Il successo…da dove arriva?
Scrivimi: info@matteomaserati.it
Intanto puoi dare un’occhiata qui!
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Dopo aver analizzato i 7 principi che definiscono la cultura aziendale (non ne sai nulla? Clicca subito qui!) oggi gli elementi che la influenzano.
Avere la consapevolezza piena della cultura della propria azienda, studio professionale o laboratorio, come già dicevamo la scorsa volta, significa sapere con lucidità e velocità le azioni da compiere nel momento in cui si decide di intraprendere un cambiamento e in cui si è coinvolti da esso.
Non esistono soluzioni valide per tutti, non ci sono formule standard, ci sono delle strategie sicuramente ma il tutto va declinato in funzione della storia dell’azienda e di altri elementi che a breve vedremo nello specifico.
A mano a mano che leggerai questi elementi chiediti quale sia il tuo livello di conoscenza del tuo contesto di lavoro, anche se l’azienda non fosse tua il tuo ruolo potrebbe comunque risultare determinante e il tuo contributo fare la differenza.
Ciò che contribuisce alla costruzione della cultura aziendale e ne influenza l’andamento può essere così identificato:
Ignorare questi elementi, così come sottovalutarli, è rischioso e sciocco.
Ogni azienda porterà a un risultato diverso nella combinazione di questi elementi. Dunque il programma di cambiamento deve tenere presente questo presupposto per conseguire risultati di successo.
Una volta raggiunto il risultato va raccontato, comunicato, nelle modalità che ti propongo da tempo!
Non ti è ancora chiaro cosa significa comunicare ad alto impatto?
Ho le indicazioni che ti servono, basta cliccare qui!
Il cambiamento!
Protagonista di questo nuovo ciclo di approfondimenti, è sicuramente uno dei più importanti temi scaturiti dall’emergenza Covid!
Non mi stanco di ripetere che uno dei requisiti fondamentali per l’applicazione di una Comunicazione ad Alto Impatto è proprio la conoscenza approfondita dei contesti e dei fattori che li muovono, solo così sarà possibile riuscire a trasmettere il tuo messaggio nel più breve tempo possibile, conquistando l’attenzione del tuo interlocutore e acquisendo ai suoi occhi credibilità e auterevolezza.
Oggi analizzerò il cambiamento partendo dal lavoro.
Moltissime persone, in questo preciso momento storico, stanno cercando o affinando gli strumenti e le strategie più efficaci per comprendere il momento e agire nel modo giusto e nei tempi giusti.
Vediamo dunque all’interno di un’organizzazione cosa muove il cambiamento.
Sin dalla scorsa volta (hai perso il post? Recupera subito leggendo qui) abbiamo visto la differenza tra chi ignora il cambiamento aspettando e sperando che passi, come hanno fatto i dinosauri, e chi cerca di cavalcarlo munendosi degli strumenti giusti per imparare a leggerlo e cogliere le opportunità che offre, come invece hanno fatto le specie che sono sopravvissute.
L’atteggiamento può fare davvero la differenza, se si pensa “se non è rotto, non aggiustarlo ( o meglio non cambiarlo in nessun modo)” non si sarà mai abbastanza pronti per un cambiamento.
O ci si adatta o si fa la fine dei dinosauri, o si scopiazzano le soluzioni altrui per sopravvivere per un tempo limitato o si prova a generare innovazione in base alla propria situazione di partenza.
E dunque entriamo nel merito e andiamo oltre la pandemia: in generale, all’interno di una qualunque organizzazione, quali possono essere i fattori, interni e esterni, che portano dei cambiamenti?
Interni:
– Crescita
– Tecnologia
– Nuova gestione
– Fusioni e acquisizioni
Esterni:
– Pressioni relativi ai costi
– Concorrenza
– Normative
– Cambiamenti nei mercati
Possiamo chiudere questo post con un bell’esercizio: pensiamo ora alla tua organizzazione.
Elenca tutte le motivazioni per cui ritieni che possa essere necessario un cambiamento, poi mettile in ordine di priorità.
Rileggi poi il tuo elenco e chiediti come ciascuna voce dovrebbe essere cambiata per andare incontro al perchè dovrebbe essere cambiata.
L’esercizio è stato utile?
Se vuoi condividere le tue considerazioni, scrivi pure nei commenti del post.
In questi giorni di isolamento forzato e necessario molti stanno lavorando da casa, e per loro ho già trattato il tema dello smart working (leggi qui se hai perso il post).
Non tutti i professionisti però hanno questa opportunità e molti sono a casa senza poter svolgere le proprie attività e addirittura senza stipendio purtroppo.
Leggo sui social di persone che non stanno vivendo affatto bene questo periodo di quarantena e a loro voglio rivolgermi oggi perché credo che non serva a nulla, se non a peggiorare le cose, stare lì a lamentarsi della noia e del tempo che non passa mai.
Come in molti hanno ribadito ti è stato chiesto di rimanere a casa e non di andare in trincea, quindi se proprio non sai come passare il tuo tempo pensa a quel milione di cose che vorresti fare durante l’anno ma che non riesci mai a fare perché non hai tempo.
Hai già pulito tutta la tua casa, fatto giardinaggio, pitturato le pareti?
Benissimo, ho quello che fa al caso tuo.
Dedicati alle attività che sto per proporti per investire al meglio il tuo tempo.
Allora per gli annoiati è tutto!
Per chi invece ha già una serie di attività da svolgere trovo estremamente utile distribuire le cose da fare nell’arco della giornata attraverso un accurato lavoro di pianificazione, in modo da distribuire le energie dove servono e nella fascia oraria in cui possono garantirci un rendimento ottimale in base al tipo di attività.
L’immagine è molto chiara, ma proviamo a schematizzarla per punti:
Per oggi mi fermo qui, andiamo avanti giorno per giorno
Teniamo botta e cerchiamo di approfittare del tempo libero per diventare professionisti e persone migliori.
PS. Lo metto per ultimo affinché ti resti bene impresso nella mente: dedicati ai tuoi cari, non hai sempre questa bellissima opportunità.