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Il lavoro non ti dà tregua? Impara a dire NO!
Comunicare il NO
Esempi di frasi per tuoi NO assertivi
Vorrei poterlo fare, ma oggi sono sommerso di lavoro.
Mi dispiace, ma sono oberato di lavoro e non posso in questo momento.
Non sto accettando nuovi progetti al momento.
Grazie per aver pensato a me, ma non posso.
No, grazie. Sono molto occupato.
Purtroppo non è il momento giusto.
Mi dispiace, ma non questa volta.
Sembra allettante, ma dovrò rinunciare.
Ho troppe cose da fare in questo momento.
Vorrei poterlo fare, ma non è il momento giusto.
Se solo potessi, ma non ho abbastanza tempo per aggiungere altro al mio piatto.
Mi piacerebbe, ma non posso.
Non ho intenzione di occuparmi di altro in questo momento.
In altre circostanze mi piacerebbe, ma in questo momento non posso.
Sembra una grande opportunità, ma dovrò rifiutare.
Come riconoscere un interlocutore aggressivo? Identikit di uno stile relazionale.
I comportamenti più frequenti rintracciabili nello stile aggressivo sono:· Non dedicare spazio e attenzione alle argomentazioni altrui, sminuendole o criticandole, spesso non ascoltandole.
· Evidenziare gli errori degli altri.
· Attribuire ad altri le responsabilità di un errore senza riconoscere le proprie
· Monopolizzare la conversazione senza interpellare né ascoltare gli altri.
Interrompere gli altri interlocutori.
· Giudicare.
Diamo un’occhiata anche alla sfera del non verbale e del paraverbale:
· Assumere una gestualità aggressiva (puntare il dito, indicare).
· Tendere a guardare fisso negli occhi l’interlocutore.
· Esprimersi con un tono di voce forte e pungente.
· Avere una fluidità linguistica che impedisce agli altri di entrare nella conversazione.
· Avere una forte tendenza all’avvicinamento nel controllo della prossimità spaziale.
· In termini di controllo del tempo tendere spesso ad invadere gli spazi degli altri.
L’approfondimento dello stile relazionale è il primo grande passo verso una comunicazione efficace.
A partire dall’analisi del tuo!
Scrivimi: info@matteomaserati.it
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Equilibrio vita – lavoro: come hai costruito il tuo?
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Scopri le 8 ambizioni motivanti per aumentare le performance dei tuoi collaboratori.
Le performance dei tuoi collaboratori condizionano inevitabilmente l’andamento del tuo business, in sostanza possiamo affermare che il tuo business è direttamente proporzionale alle performance delle risorse della tua azienda, a prescindere dalle dimensioni.
Prima di fare una drammatica previsione dei danni inestimabili che può causare un collaboratore che non lavora bene, partiamo da un altro presupposto: i tuoi collaboratori sono legati a te da un doppio filo.
Da una parte ciò che vi lega è sicuramente un filo di natura umana: sono le persone che hai scelto, che stimi, che per te hanno un valore umano a prescindere.
Dall’altra c’è un filo legato al tuo business: dal loro lavoro dipende il successo della tua azienda, i profitti.
🔴 Ogni imprenditore o manager sa bene che il livello di soddisfazione di un collaboratore è una variabile tanto preziosa quanto delicata.
A prescindere dallo specifico incarico assegnato, dalle mansioni di cui è responsabile, ogni individuo ha delle leve motivazionali assolutamente soggettive. 🧐
Dean Spitzer – una delle principali autorità mondiali in materia di misurazione delle prestazioni, gestione delle prestazioni e sistemi di motivazione organizzativa – ha individuato 8 ambizioni motivanti, che a seconda delle aspirazioni personali, costituiscono delle leve motivazionali estremamente potenti.
Vediamole:
- Potere: in questa sfera risiedono le ambizioni legati al controllo, allo status e alla possibilità di fare carriera.
- Riconoscimento: siamo nella sfera delle referenze esterne. Qui troviamo il bisogno di essere lodati o di essere guidati in caso di bisogno.
- Competenza: le persone che fanno leva sulla competenza amano imparare dagli errori e sviluppare i propri punti di forza.
- Significato: l’ambizione prevalente qui è quella di dare un contributo significativo al team avendo un ruolo centrale, traendo dal lavoro un senso di valore personale.
Vuoi conoscere le altre 4?
Cosa rende un professionista virtuoso ? … Una bella litigata con mia madre!
Così è iniziata la litigata con mia madre.Da sapere :
Mia madre si è fatta da sola (self made woman)
Mia nonna, la madre di mia madre, fin da quando ero piccolo mi ha sempre detto “studia così fai un lavoro di prestigio… come lavorare in banca o il prete”.
A 20 consegnavo volantini in strada.Ora puoi leggere:È finita l’era in cui “Il lavoro nobilita l’uomo”.
Molte persone pensavano, ed alcune lo pensano ancora, che sia il lavoro a nobilitare l’uomo.
La verità è che siamo nell’epoca in cui è l’uomo a rendere nobile un lavoro.
(NB. “Il lavoro nobilita l’uomo” è una delle frasi più celebri dell’antichità, tanto che molti ne attribuiscono la paternità – non è certo però che sia così – nientemeno che a Charles Darwin).
Come ben ci insegna il mondo della parola e ogni studio sulle tematiche di Comunicazione, molto spesso i proverbi sono strettamente legati ai contesti in cui si verificano determinate situazioni o semplicemente all’epoca storica.
Ciò che può aver avuto un immenso valore in un determinato periodo, può averlo perso in un altro. Ciò che rende virtuoso l’agire umano può avere accezioni di significato diverse in funzione dei valori vigenti nel tempo e nel luogo in cui si verificano i suoi comportamenti.La vita di moltissimi individui è scandita da un timing professionale, in cui si diventa più o meno importanti – più o meno fighi – a seconda o del tipo di lavoro o del tipo di livello di carriera ottenuto.😕
Da sapere :
Credo che mia mamma lo pensi ancora
Il valore del lavoro in questo modo sale in proporzione al riconoscimento del proprio ruolo professionale, che arriva a sovrapporsi alla perfezione al ruolo sociale.
Sei un figo se fai un lavoro figo.
Ok.
Qual è un lavoro figo?
O, per essere più formali, quali sono le caratteristiche affinché un impiego possa definirsi prestigioso o meno?
È più prestigioso avere un impiego da operatore ecologico o dirigere un’azienda?
Eccoti qua, sei giunto alla domanda provocatoria, la cui risposta rischia di sembrare ovvia e invece ovvia non è.
Perché?
🔴 Perché il mondo è cambiato e oggi non è più cosa fai a renderti un professionista virtuoso, ma come lo fai, il livello di responsabilità che investi in ogni decisione presa, il senso di rispetto che preserva gli altri, quelli che dovranno subire le conseguenze delle tue azioni. 🔝
Ho conosciuto persone che svolgevano lavori riconosciuti socialmente come di gran prestigio così accecate dal loro ruolo e dall’ansia del risultato che avevano davvero perso il senso della dignità del lavoro.
Ci sono professionisti con carriere impeccabili a livello di curriculum che vengono smontate nel tempo di un’indagine a seguito della quale magari si viene anche radiati.Bisogna uscire dallo schematismo tradizionale che vuole ancora che ci siano lavori di prestigio e lavori umili.
È l’uomo che nobilita il lavoro e che meriterebbe di guadagnare in modo direttamente proporzionale al livello di responsabilità che mette in quel che fa. E se consideriamo meglio il livello di responsabilità di un lavoro, allora quanto più alta sarà la responsabilità, tanto più alto dovrebbe essere il guadagno, o quanto meno il riconoscimento sociale.
E qui mi taccio.