Esistono parole felici? Giornata mondiale della Felicità
Legittimo chiedersi questa cosa alla vigilia della Giornata Mondiale della Felicità che avrà luogo il 20 marzo.Prima di approfondire il ruolo della Comunicazione nella felicità, è bene approfondire un momento questa ricorrenza.Il 28 giugno 2012 l’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ha stabilito che da quel momento in avanti il 20 marzo sarebbe stata la giornata internazionale della felicità.Il testo recita così:
➡️ Senza scomodare la piramide di Maslow siamo tutti piuttosto consapevoli che il bisogno più ricercato dall’individuo – e spesso il più difficilmente raggiungibile – sia la felicità.
Secondo il Rapporto Mondiale sulla felicità 2018 dell’ONU, gli indicatori presi in considerazione per stilare una lista dei popolo più felici sono … indovina?
- pil pro capite
- sostegno sociale
- speranza di vita
- libertà
- generosità
- assenza di corruzione
Alla luce di questo the winner is … Finlandia!
E a seguire in cima alla lista gli altri suoi colleghi della penisola scandinava.
🔴 Le motivazioni della felicità, a prescindere dai rapporti istituzionali delle Nazioni Unite, sono estremamente soggettive legate ai momenti storici e personali.
Tuttavia sulla base di un modello di vita assodato e condiviso come quello occidentale è piuttosto coerente e attendibile che i fattori presi in esame siano realistici.La mia domanda ora è: come si colloca la Comunicazione all’interno di questo discorso?
👉 Che ruolo hanno le parole, i toni, i gesti, insomma tutto quello che un individuo può comunicare, nella ricerca della felicità?Ci sono parole che per propria natura includono felicità, pensa a :
- benessere
- sanità (nel senso fisico e mentale)
- amore
- generosità
- aiuto
- filantropia
è un elenco destinato a crescere se orienti il pensiero in questo direzione.
🔴 Quello che però nel mondo delle parole vale sempre è il valore della composizione, ovvero cosa metti prima o cosa metti dopo la parola centrale. Queste piccole particelle hanno il potere di ribaltare i contesti e trasformare una favola in un incubo.Pensa a quando ti viene comunicata una bellissima notizia – hai accesso a qualcosa che desideravi davvero e da tanto – ti illudi per qualche secondo, finché una semplice composizione di parole arriva a distruggere il sogno. Hai presente quelle robe del tipo
- a condizione che
- in presenza dei soli seguenti requisiti
- fatta eccezione per
- con una valenza limitata a
Quante probabilità ci sono che riesci a schivare tutti quei punti elenco?
Eh!
Un altro esempio riguarda il modo in cui le cose vengono comunicate. Sei in un contesto professionale da cui ti aspetti una crescita, un’evoluzione. Il tuo capo ti comunica una promozione come se ti stesse comunicando l’indirizzo da digitare sul navigatore, nessuno pone in risalto la cosa, nessuno pronuncia le parole magiche – congratulazioni, brava/o te lo sei meritato, sono felice per te –
La tua promozione sì ti consente di evolvere, ma l’assoluta mancanza di entusiasmo e di supporto da parte delle persone con cui ogni giorno dovrai lavorare abbatte la tua motivazione in modo difficilmente recuperabile.
Ma per fortuna le situazioni si possono ribaltare anche positivamente, ed ecco che accanto a parole con una carica negativa si possono collocare parole con un potere attenuante o anche consolatorio.
“Le cose stanno così, ma…”
- possiamo provare a cambiarle
- ti sosterremo in ogni caso
Insomma la parola magica non esiste, neppure se in apparenza lo sembra.
🔴 Esiste una combinazione ragionata, supportata da contesti, modellata dal non verbale e alimentata dallo stile relazionale di chi la trasmette.
Buona giornata della felicità e ricorda … parole felici in assoluto non esistono, ma quelle gentili funzionano sempre!