La collaborazione nell’era tecnologica: una preziosa skill per il cambiamento
Collaborazione nell’era tecnologica
Nel pieno dell’era tecnologica, la collaborazione spesso non riceve l’importanza che merita.
Le persone sono abituate ad agire in piena autonomia potendo contare sull’ausilio di app e di tutorial per qualunque cosa.
L’intelligenza artificiale facilita la vita nelle piccole attività quotidiane, facendoci precipitare nello sconforto più totale se per qualche motivo – e di solito per poco più di qualche minuto – viene a mancare.
Nella vita privata e nelle organizzazione l’abilità richiesta nell’utilizzo di certi strumenti è così fondamentale da poter essere data addirittura per scontata.
L’abitudine di passare da uno strumento all’altro spesso genera una continuità tra le attività private e quelle di lavoro fino a qualche anno fa inimmaginabile, generando una serie infinita di possibilità:
– seguire un training dal proprio smartphone
– condividere le proprie conoscenze con colleghi e collaboratori da app di sharing aziendali
– misurare i proprio risultati di performance consultando il proprio smartphone
– monitorare il tempo e l’energie dedicati a ogni singola attività.
L’elenco non si esaurisce qui, ma la domanda lecita emerge a gran velocità: dov’è l’apporto personale nelle attività sempre più facilitate dalle possibilità tecnologiche?
🔴 Qual è il valore aggiunto delle persone?
All’interno di questa abbondanza di fluidità spicca nel mare infinito di competenze la capacità di collaborare.
Il valore della collaborazione
Si potrebbe scrivere un trattato infinito sul valore della collaborazione, ma quello che mi interessa sottolineare è che il tocco magico dell’intervento umano si traduce nella capacità di generare significato, e quest’ultimo non può che essere il risultato di un passaggio e una condivisione strutturata e continuativa di conoscenze, dove ogni persona può trasferire il valore di quello che sa agli altri e apprendere a sua volta quello che sanno trasmettere.
Il valore della collaborazione all’interno delle organizzazioni è cambiato così tanto nell’era tecnologica al punto da modificare la declinazione dei ruoli e delle responsabilità. Basti pensare al leader che non è più una figura autoritaria il cui valore va ricercato nella posizione gerarchica che occupa, quanto piuttosto nella sua capacità di facilitare il lavoro dei collaboratori trasferendo competenza, esperienza, attraverso soft skill specifiche quali l’empatia, la consapevolezza, la visione creativa.
Nella sua opera “La saggezza della follia”, James Surowiecki esalta la collaborazione come possibilità di raggiungere la vera conoscenza:
“I gruppi possono essere intelligenti solo se esiste un equilibrio tra le informazioni condivise da tutti e quelle in possesso dei suoi singoli membri …”
Adesso vuoi saperne di più, come immaginavo!
Scrivimi ⬇️
info@matteomaserati.it