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Relazioni interpersonali e soft skill: costruire la relazione organizzativa.
Mentre la relazione organizzativa si concentra sulle persone relativamente al contesto aziendale di riferimento, la relazione interpersonale vede ogni interlocutore in primo luogo come una persona.
Per far sì che all’interno di un team si sviluppino relazioni proficue – per le persone e per il progetto – è necessario programmare degli interventi formativi incentrati sulla Comunicazione.
Ogni persona parte da una base diversa, è importante dunque che in base ai propri requisiti iniziali sviluppi o affini delle nuove competenze. In questo caso non parliamo di competenze tecniche o di settore, ma di quelle competenze comunemente definite soft skill, particolarmente utili nella gestione degli aspetti relazionali del lavoro, che hanno un forte impatto sui risultati finali.
Quali sono le soft skill su cui impostare dei percorsi formativi per le relazioni di progetto?
Focus sulle più importanti:
- la capacità di distinguere i fatti dalle opinioni. Qui tocchiamo un tema fondamentale perché verte sulla capacità di tenere le emozioni lontane dalla valutazione dei fatti. Le opinioni personali non devono prevalere sull’oggettività degli eventi;
- la capacità di guardare oltre nelle persone e non fermarsi ai loro ruoli, ma indagare, ad esempio le loro aspettative, i loro timori, relativamente al progetto in essere. Il dialogo, la capacità di osservare i loro comportamenti e ascoltare le loro esigenze sono gli strumenti chiave per aprire un canale di comunicazione con loro; Il dialogo, la capacità di osservare i loro comportamenti e ascoltare le loro esigenze sono gli strumenti chiave per aprire un canale di comunicazione con loro;
- la capacità di prendere le distanze dalle proprie credenze uscendo dal perimetro degli schemi di ragionamento abituali. Quando ci si relaziona con gli altri è fondamentale saper ragionare con altri parametri, facendo uno sforzo di superamento dei nostri abituali modi di affrontare le cose, che non possono non essere efficaci con tutti e in tutti i casi;
- la capacità di ascoltare in modo empatico, manifestando con il linguaggio del corpo segnali di accoglienza, di assenso, di comprensione;
- la capacità di dare un feedback sincero e costruttivo. Restituire un feedback innesca un circolo virtuoso di miglioramento e costruzione della relazione e del progetto.
- la ricerca di un equilibrio tra formalità e informalità nella relazione con tutte le persone coinvolte. Professionalità, serietà, ok. Ma anche e soprattutto rapporti tra persone!
Al lavoro!
Non c’è un solo minuto da perdere.
Cosa devi fare?
Ovvio …
Comunicazione di progetto: relazione e miglioramento continuo.
Il miglioramento continuo nella relazione con gli stakeholder
- liberarsi dal pregiudizio
- pianificare non dei singoli interventi comunicativi, ma dei veri e propri cicli che includano fasi di apertura, ascolto, interpretazione, analisi, chiusura e controllo dei risultati.
Le comunicazioni di progetto: il ruolo della persuasione.
La persuasione nelle comunicazioni di progetto.
- reciprocità: questo meccanismo innesca una specie di dovere morale nel ricambiare, quindi spinge le persone a reagire positivamente e con coinvolgimento;
- impegno: più l’obiettivo risulta impegnativo più nel conseguirlo si ha una percezione positiva di sé e del proprio valore. Questo motiva le persone a impegnarsi molto;
- riprova sociale: per le persone molto spesso è importante essere accettate e apprezzate dagli altri. Questo genera risposte positive alla persuasione.
- gradimento: l’individuo tende a rispondere positivamente alle persone per cui prova empatia o che ammira. Questo per un inconscio desiderio o sentore di somiglianza.
- autorità: generalmente quando si riconosce l’autorità di qualcuno, si tende ad assecondarne le volontà.
- senso di mancanza o scarsità: si tende a desiderare – e quindi a raggiungere – ciò che non si ha, o che si ha in minima parte. La scarsità è una fortissima leva persuasiva.
Management e relazioni: le comunicazioni di progetto.
Comunicazione e Management
Le comunicazioni di progetto
Parlare in pubblico: perché è una competenza così richiesta.
Parlare in pubblico: una competenza nella storia
Parlare in pubblico: una competenza trasversale
Il tuo interlocutore ha uno stile di comunicazione estremo? Adotta una formula efficace!
- piena consapevolezza di sé
- fiducia in se stessi
- assunzione di responsabilità
• Affermazione dei propri diritti nel pieno rispetto di quelli degli altri
• La capacità di presentare le proprie argomentazioni in modo chiaro
• Esprimere le proprie emozioni motivandole
• Essere in grado di distinguere i fatti concreti dalle opinioni personali.
• Proporre nuove idee valutandone le possibili conseguenze.
• Dedicarsi all’interlocutore praticando l’ascolto attivo
• Manifestare atteggiamenti di apertura verso l’interlocutore per condividere idee e soluzioni
• Accogliere le argomentazioni degli altri valutandole come suggerimenti
• Riconoscere i propri limiti mettendosi in discussione e mostrandosi disponibile al miglioramento.
• Assumersi la piena responsabilità delle proprie azioni.
- un clima sereno che non sfocia nel conflitto
- una dinamica relazionale favorevole al dialogo
- una maggiore predisposizione a esprimere le proprie idee
Scrivimi: info@matteomaserati.it
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Stili relazionali a confronto: i limiti di un interlocutore passivo.
- Non esporsi
- Non affermare la propria posizione subendo quella degli altri
- Non dichiarare i propri desideri né il proprio malcontento
- Non esprimere emozioni, soprattutto quelle negative
- Non intervenire nella conversazione per proporre una propria idea
- Non comunicare disaccordo quando le argomentazioni degli altri sono fortemente in antitesi con i propri valori
- Manifestare la tendenza a lamentarsi senza mai proporre soluzioni o alternative
- Evitare di prendere di petto i problemi e di proporre soluzioni
Lo stile passivo presenta degli elementi fortemente connotativi anche nella sfera della comunicazione non verbale e paraverbale, vediamone alcuni.
Quando si ha una maggiore tendenza verso lo stile passivo si manifestano i seguenti comportamenti:
– essere molto evasivo
– avere un volume e un tono di voce basso e cantilenante
– muoversi a scatti e con gesti nervosi
– non si ha una buona fluidità verbale, sono numerose pause ed esitazioni
– si ha una gestione dello spazio tendente ad aumentare la distanza dall’interlocutore
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Come riconoscere un interlocutore aggressivo? Identikit di uno stile relazionale.
I comportamenti più frequenti rintracciabili nello stile aggressivo sono:· Non dedicare spazio e attenzione alle argomentazioni altrui, sminuendole o criticandole, spesso non ascoltandole.
· Evidenziare gli errori degli altri.
· Attribuire ad altri le responsabilità di un errore senza riconoscere le proprie
· Monopolizzare la conversazione senza interpellare né ascoltare gli altri.
Interrompere gli altri interlocutori.
· Giudicare.
Diamo un’occhiata anche alla sfera del non verbale e del paraverbale:
· Assumere una gestualità aggressiva (puntare il dito, indicare).
· Tendere a guardare fisso negli occhi l’interlocutore.
· Esprimersi con un tono di voce forte e pungente.
· Avere una fluidità linguistica che impedisce agli altri di entrare nella conversazione.
· Avere una forte tendenza all’avvicinamento nel controllo della prossimità spaziale.
· In termini di controllo del tempo tendere spesso ad invadere gli spazi degli altri.
L’approfondimento dello stile relazionale è il primo grande passo verso una comunicazione efficace.
A partire dall’analisi del tuo!
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Il cambiamento in azienda. Quali ostacoli?
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