Prenditi una pausa
Parole, “non parole”, pause: ognuno di questi elementi contribuisce in modo significativo alla trasmissione di un messaggio!
Ti parlo di parole da qualche anno, la scorsa settimana ho condiviso con te il mio pensiero sulle “non parole”, oggi voglio soffermarmi sul potere delle pause, proprio così ho detto “potere”… quello di rovinare o far decollare con successo una performance comunicativa!
Gli usi che si possono fare di una pausa erano noti anche a importanti leader, politici e non, che sapevano come utilizzarla e gli effetti che avrebbe sortito sugli interlocutori. Mussolini, Martin Luther King, Steve Jobs, si avvalevano di questo prezioso strumento per porre l’attenzione su alcuni passaggi del loro discorso ed enfatizzare i concetti che desideravano arrivassero con maggiore intensità.
La pausa è un momento di sospensione che, a seconda di come si utilizza, può rivelarsi piuttosto utile.
Ferma restando la sua entità di “pausa” proprio come momento di riposo (vorrei vedervi a parlare per 8/10 ore di fila), la sospensione delle parole può essere accompagnata da una serie di comunicazioni gestuali capaci di convogliare la comunicazione dove si desidera.
Uno sguardo con gli occhi ben aperti e concentrati, oppure con la testa che si muove guardando gli interlocutori nella stanza, il movimento delle dita che richiamano un concetto da ricordare…ecco, tutto questo può rappresentare abbondantemente il significato di una pausa.
Ma come individuare il momento giusto?
In quale momento del discorso è più opportuno inserirla?
Ecco un breve riepilogo dei momenti in cui è può servire prendersi una pausa…non prendertela comoda però: stiamo parlando di qualche secondo!
Quando hai bisogno di un istante per riflettere, guardare gli appunti o pensare come rispondere ad una domanda.
Quando devi riportare l’attenzione su di te
Quando vuoi sottolineare in modo incisivo le ultime tre parole che hai detto
Quando vuoi porre particolare attenzione su ciò che stai per dire, in questo caso è opportuno introdurre l’argomento con: “prestate ben attenzione a quello che sto per dire …. …PAUSA/SILENZIO” Oppure ” bene, ed ora …PAUSA/SILENZIO”
quando qualcuno sta disturbando e in modo delicato vuoi farlo notare.
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E infine, giusto per convincerti ancora di più di quanto siano importanti le pause, ti do una piccola dritta ninjia che potrebbe salvarti da situazioni scomode o imbarazzanti: sappi che le persone quando mentono, appena viene rivolta loro una domanda o vengono presi considerazione, iniziano immediatamente a parlare in modo tendenzialmente veloce e senza fare delle pause. Il loro cervello sta cercando in modo frettoloso delle soluzioni o giustificazioni da poter offrire al proprio interlocutore.
Ora che abbiamo dato un posto anche alle pause, memorizza questo breve vademecum per portare al top il tuo discorso:
- non parlare troppo velocemente, perdendo per strada parte dell’uditorio;
- non parlare in modo astratto senza fornire un appiglio concreto ai vostri interlocutori;
- non parlare troppo scientificamente o in gergo settoriale senza porsi il problema che l’uditorio possa non comprendere del tutto;
- non utilizzare suoni e non parole, i più frequenti: ehm, cioè, praticamente, etc;
- usa un linguaggio multi sensoriale;
- ricorda di fare le giuste pause
Siamo giunti alla fine di questo ulteriore approfondimento e ora dovresti sapere cosa sto per dirti…
Bravo! Hai già capito: anche questo post ha il compito e il piacere di accompagnarti piano piano verso il corso sulla Comunicazione d’Impatto!
Andiamo, vieni a leggere qui!