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Comunicazione ad Alto impatto: strategie innovative per un mercato in evoluzione.
Perché una Comunicazione ad Alto Impatto
- Come arriva agli altri ciò che dico?
- Quanto risulto credibile quando espongo le mie motivazioni?
- Quanto condiziono il comportamento di chi mi ascolta orientandolo verso i miei obiettivi?
Da dove si comincia?
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Comunicazione ad Alto Impatto: le quattro incognite da superare per l’efficacia del tuo messaggio.
Comunicazione ad Alto Impatto
Il modo di comunicare delle persone è cambiato, il mercato è cambiato, molti processi si sono velocizzati, le distanze si sono vanificate e il concetto di tempo è stato completamente stravolto in virtù dell’innovazione tecnologica che ha praticamente ridotto all’osso i tempi di risposta.
Le quattro incognite da superare per l’efficacia del tuo messaggio
- La conoscenza della persona: non sempre puoi conoscere il tuo interlocutore, anzi, nella maggior parte dei casi non lo conosci affatto; ancor più complesso se gli interlocutori sono molteplici, come nel caso di una platea. Non sempre si ha la possibilità di avere delle informazioni in anticipo e nonostante questo devi essere efficace. Una sola risorsa può salvarti in una situazione simile: le competenze per mettere in atto una Comunicazione ad Alto Impatto.
- La comprensione dello stato d’animo. Se non conosci la persona, ancor più complicato sarà capirne le emozioni e lo stato d’animo in corso. Anche in questo caso la soluzione è in uno strumento insostituibile: la competenza.
- La lettura del contesto. Per quanto le tue argomentazioni possano essere convincenti non è detto che le condizioni di contesto siano necessariamente favorevoli. Anche questa è un’abilità da allenare: saper leggere il momento e il contesto all’interno di un processo di Comunicazione, soprattutto quando il tempo è poco e l’efficacia urgente!
- La trasmissione di empatia. Quanto sei in grado di entrare in empatia con i tuoi interlocutori? Non sarai certo l’unico a voler parlare con loro, non sarai certo l’unico a voler richiamare la loro attenzione. Come distinguersi dunque? Lo scoprirai a breve.
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Comunicazione ad alto impatto: quali strumenti migliorano l’efficacia?
Te lo chiedo perché la Comunicazione ad Alto Impatto è uno strumento capace di dare una vera svolta ai tuoi obiettivi di Comunicazione, proprio perché il parametro di riferimento, quello su cui si basa la sua efficacia, è pensato e programmato in funzione dell’impatto che genera sugli interlocutori.
Il modo di comunicare delle persone cambia continuamente, evolve da dinamiche essenziali a modalità legate alla tecnologia per esempio, o alla complessità del contesto di riferimento.
Impatto di un discorso pubblico
All’interno di una performance in pubblico il linguaggio è senza dubbio un elemento di altissima incidenza sulla buona riuscita della comunicazione.
Sai qual è uno dei più pericolosi, e purtroppo frequenti, tranelli in cui cadere?Pensare che in un discorso in pubblico la capacità di esprimersi attraverso un buon linguaggio sia l’unica competenza richiesta ad un bravo speaker!Avere un buon linguaggio è fondamentale, ma lo è altrettanto saper utilizzare una serie di strumenti che ne amplifichino l’efficacia comunicativa.
Anche quando si è consapevoli di poter contare su una buona abilità oratoria si deve prestare attenzione a non commettere dei facili errori.
Strumenti per migliorare l’efficacia
Andiamo ai fatti e prendi nota.
Ecco le linee guida, degli strumenti pratici per rendere al massimo l’efficacia del linguaggio e facilitare una Comunicazione ad Alto Impatto:
· adottare un linguaggio che sia il linea con lo stile e il livello culturale dell’uditorio; indagare dunque con precisione sulla tipologia di pubblico e, se possibile, utilizzare anche un gergo di settore condivisibile;
· utilizzare parole semplici e appropriate, accertandosi che possano essere chiare per tutti. Fornire sempre una spiegazione/traduzione se si sceglie di utilizzare termini stranieri o tecnico-scientifici troppo specifici;
· usare messaggi brevi e logici così da agevolare sia la comprensione che la memorizzazione;
· arricchire il discorso con aneddoti, storie di vita, esempi concreti di persone. Apprendere attraverso l’esempio delle esperienze di altri cattura maggiormente l’interesse del pubblico e ne facilita la comprensione dei contenuti.
Bene, abbiamo tracciato il percorso, adesso iniziamo a fare qualche passo concreto!
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Comunicazione ad alto impatto. Primo step: conquistare l’attenzione dell’interlocutore
L’impatto è un parametro molto importante nei processi di comunicazione poiché, molto semplicemente, misura il risultato di uno scambio di informazioni tra emittente e destinatario.
Quando si comunica, se davvero si vuole essere ascoltati e risultare efficaci, è importantissimo portare a casa un primo grande risultato: l’attenzione dell’interlocutore.
Il livello di attenzione
Il livello di attenzione è sicuramente uno dei parametri più attendibili di misurazione di una comunicazione.
Senza l’attenzione il passaggio delle informazioni dall’emittente ai destinatari, può essere interrotto da tutta una serie di elementi di disturbo che ne ostacolano l’efficacia.
Il tema del livello di attenzione è particolarmente sentito nella nostra epoca, la rivoluzione introdotta negli ultimi venti anni dai social, infatti, ha completamente stravolto la nostra gestione dell’attenzione abituandoci all’arrivo massivo e spesso compulsivo di sollecitazioni.
Siamo sommersi da e-mail di ogni tipo, i social intercettano le nostre preferenze per poi inondarci di informazioni al riguardo. Anche la ricerca spontanea di informazioni subisce l’influenza di questo caos: quante volte ti capita di prendere lo smartphone per fare una cosa e poi ti ritrovi a fare tutt’altro dimenticando l’azione che dovevi compiere?
Te lo dico io: più spesso di quanto non vorresti.
La velocità dei processi che stiamo analizzando influenza non solo il modo di avvicinarsi alle informazioni ma anche il modo di apprenderle: alcune cose a furia di vederle le assimiliamo quasi inconsciamente, altre, nel mare infinito di contenuti, rischiamo di non riuscire a individuarle e dunque di perderle.
Quest’ultimo scenario può verificarsi anche tra interlocutori in presenza, il livello di attenzione infatti si è abbassato perché navighiamo nella sicurezza – meglio nell’illusione – di poter recuperare tutto online e dunque di poterci distrarre quando e per tutto il tempo che vogliamo.
Ecco non funziona esattamente così.
Non è affatto detto che quello che qualcuno ci sta dicendo, il messaggio che ci sta trasmettendo sia replicabile o reperibile altrove.
Dipende dal contesto, dagli interlocutori e dal messaggio stesso.
Cosa fare dunque?
Un primo fondamentale step è fare un lavoro di gestione dell’attenzione, capire come possiamo arrivare alle orecchie di chi vogliamo che ci ascolti.
Quali parole usare?
Quali funzionerebbero di più per specifici destinatari e in funzione di precisi obiettivi?
Questi sono i primi passi.
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Interazioni simmetriche e complementari: il quinto assioma
Il quinto assioma della Comunicazione
Quali ostacoli può incontrare la comunicazione? Cominciamo dal più ostinato!
Gli ostacoli di una Comunicazione efficace
- il contesto
- gli interlocutori
- il messaggio stesso
Pianificare una presentazione: come prende le decisioni il tuo pubblico?
Pianificare una presentazione
Per quanto non sia una regola assoluta, spesso l’esposizione di una presentazione è finalizzata a condizionare il comportamento di chi ascolta, ma il pubblico – soprattutto se eterogeneo – ha bisogno di tempo per decidere quale comportamento adottare, quale novità introdurre, quale strada scegliere tra più opzioni⌚️
Le tecniche di Comunicazione, soprattutto quella ad alto impatto, lavorano sull’efficacia della trasmissione del messaggio contando su un’ottimizzazione delle risorse tempo – risposta dell’interlocutore, ma in un processo di comunicazione meno controllato – perché la Comunicazione ad Alto Impatto può applicarla sono chi ha le competenze per farlo – bisogna tener conto di alcune importanti variabili 🔍
Come prende le decisioni il tuo pubblico?
La durata di un processo decisionale da parte di un interlocutore successiva all’ascolto di una presentazione dipende da 4 fattori:
➡️ Istinto
Non è certo una novità apprendere che certe decisioni vengono prese d’istinto, molto spesso quando una persona opta per questa soluzione unisce due fattori: un numero piuttosto basso di dati oggettivi e le impressioni legate alle sue esperienze pregresse.
Come evitare, all’interno di un meeting ad esempio, che gli interlocutori prendano una decisioni in base al proprio istinto? Per esempio strutturando la presentazione in modo che contenga molti dati empirici, numerici, oggettivi, per far sì che chi ascolta non possa basarsi su supposizioni e fare associazioni con situazioni esterne, ma rifletta piuttosto su dati non opinabili e attendibili.
➡️ Ripetizione
Le modalità di apprendimento presentano delle componenti fortemente soggettive, per questo non tutti hanno bisogno dello stesso tempo. Ci sono infatti persone che hanno bisogno di ascoltare più volte, questo ovviamente non può significare che devi ripetere a pappagallo più volte i concetti di una presentazione. Come gestire allora questa eventualità già nella fase di pianificazione di una presentazione? Il segreto può essere nella varietà dei formati. Scegli di presentare i contenuti in modo diverso, rappresentandoli attraverso schemi, simulazioni, grafici. Insomma uno storytelling diversificato stimola molto l’apprendimento perché sollecita l’attenzione e consente di percorrere lo stesso concetto più di una volta e consentire dunque delle ripetizioni.
➡️ Tempo trascorso
Alcune persone nel processo di comprensione di un contenuto hanno semplicemente bisogno di più tempo di altri. In un contesto di apprendimento adulto, aziendale, non è facilissimo allinearsi con le loro esigenze, ma una strategia sicuramente efficace è quella di far riaffiorare lo stesso concetto – o i concetti fondamentali – all’interno di esempi o situazioni diverse.
➡️ Rivalutazione
Poi ci sono quelli che ascoltano, capiscono bene, decidono in fretta, ma altrettanto in fretta cambiano idea e tornano sulla loro decisione. L’elemento che sicuramente può contribuire al contenimento di questa tendenza può essere quello di presentare gli argomenti senza far trapelare opinioni personali al riguardo e spiegando con molta chiarezza le conseguenze della loro applicazione.
A prescindere dalla struttura che si intende adottare per la presentazione da esporre, sul campo decisionale degli interlocutori è chiaro che a prevalere sarà il libero arbitrio, ma la Comunicazione, come sempre, possiede tutte le caratteristiche per fare la differenza e presentare i contenuti nelle modalità più funzionali agli obiettivi desiderati, d’altro canto è il relatore che conduce, anche quando il pubblico in ascolto è più impegnativo del previsto.
Adesso come al solito vuoi saperne di più 🧐
info@matteomaserati.it
E non perderti quello che ho da dirti sulla Comunicazione d’Impatto!
L’attacco ai titani: Amazon, Apple, Facebook, Google accusati dal Congresso.
Mercoledì 29 Luglio ha avuto luogo una delle più importanti sedute di supervisione tecnologica degli ultimi anni. A partire infatti da una lunga indagine antitrust che ha prodotto volumi di documenti che superano il milione ed analizzato centinaia di ore di interviste, 4 titani dell’economia mondiale sono stati chiamati a difendersi di fronte al Congresso degli Stati Uniti d’America.
Sapete già chi sono i protagonisti di questa vicenda vero?
Tim Cook di Apple, Jeff Bezos di Amazon, Mark Zuckerberg di Facebook, Sundar Pichai di Google, i 4 CEO più noti del mondo.
Obiettivo del loro intervento: dimostrare che le loro attività commerciali non equivalgono a monopoli anticoncorrenziali.
I 4 CEO hanno declamato le loro arringhe sostenendo che le loro aziende attualmente stanno fornendo prodotti vantaggiosi in un quadro mondiale fortemente concorrenziale. Secondo le argomentazione addotte dai 4 la loro vasta scala semplicemente migliora l’efficacia del servizio che offrono.
Le loro tesi e testimonianze però non hanno particolarmente convinto i membri del Congresso, i quali hanno messo in dubbio diversi punti della difesa.
Sin dall’inizio della seduta, in apertura, il presidente della sottocommissione antitrust, David Cicilline ha messo in evidenza l’eccessivo potere e l’influenza esercitata dalle 4 più grandi società tecnologiche americane, sostenendo che:
“ … poichè queste aziende sono così centrali nella nostra vita attuale, le loro pratiche e decisioni commerciali hanno un effetto fuori misura sulla nostra economia e sulla nostra democrazia. Ogni singola azione di una di queste aziende può interessare centinaia di milioni di noi in modo molto profondo e duraturo.”
Un’apertura che non lascia spazio al dubbio: l’eccessivo potere di Amazon, Apple, Facebook, Google, rappresenta un pericolo per l’economia e la democrazia.
Non meno potente il corpo del discorso dello stesso Cicilline che ha messo in evidenza l’elemento che accomuna le 4 strategie delle società: ognuna di esse rappresenta un collo di bottiglia per uno specifico “canale chiave” di distribuzione, ognuna di esse utilizza i dati e le misure di sicurezza di altre società per acquisire informazioni stroncando la potenziale concorrenza.
Tutte le piattaforme, secondo l’incisiva arringadi Cicilline, abuserebbero del loro controllo sulle tecnologie attuali per incrementare il loro potere.
“Dettano le condizioni, ribaltano le dinamiche di interi settori, […] rappresentano quasi il potere di un governo privato”.
Un corpo del discorso così severo non poteva che condurre a una chiusura tagliente:
“ … i nostri fondatori non si inchinerebbero davanti a un re, né dovremmo inchinarci noi davanti agli imperatori dell’economia online.”
Più conciliante l’intervento di James Sensenbrenner, membro del Congresso da oltre 40 anni, che ha affermato: “essere dei grandi non è necessariamente negativo, anzi direi piuttosto il contrario” .
L’apertura lascia spazio a un confronto meno inquisitorio rispetto a Cecilline, le argomentazioni sottolineano come negli Stati Uniti il successo sia un valore da sempre incoraggiato e premiato, ma, il veterano del Congresso non tralascia il punto centrale del dibattito e si avvia a una chiusura pronta ad accogliere le risposte dei quattro interessati: “ siamo qui per comprendere meglio i ruoli che le vostre aziende occupano nel mercato digitale, e soprattutto l’effetto che essi sortiscono sui consumatori e sul pubblico in generale.”
L’udienza è stata qui interrotta per lasciare spazio alle pratiche di igienizzazione anti covid, dopo un’ora i 4 testimoni erano in videocall al giuramento.
Nel prossimo post entrerò nel merito delle loro argomentazioni e soprattutto delle loro interessanti modalità di Comunicazione ad alto impatto: tempo poco e un obiettivo che riguarda più o meno le sorti dell’economia globale.
Il successo è nella consapevolezza
Dopo aver analizzato i 7 principi che definiscono la cultura aziendale (non ne sai nulla? Clicca subito qui!) oggi gli elementi che la influenzano.
Avere la consapevolezza piena della cultura della propria azienda, studio professionale o laboratorio, come già dicevamo la scorsa volta, significa sapere con lucidità e velocità le azioni da compiere nel momento in cui si decide di intraprendere un cambiamento e in cui si è coinvolti da esso.
Non esistono soluzioni valide per tutti, non ci sono formule standard, ci sono delle strategie sicuramente ma il tutto va declinato in funzione della storia dell’azienda e di altri elementi che a breve vedremo nello specifico.
A mano a mano che leggerai questi elementi chiediti quale sia il tuo livello di conoscenza del tuo contesto di lavoro, anche se l’azienda non fosse tua il tuo ruolo potrebbe comunque risultare determinante e il tuo contributo fare la differenza.
Ciò che contribuisce alla costruzione della cultura aziendale e ne influenza l’andamento può essere così identificato:
- La storia. Qualcuno la chiama anche “il sogno dell’imprenditore”. Come è nata la tua impresa, piccola o grande che sia? L’hai creata tu dal nulla? L’hai ereditata? È il risultato di una fusione o acquisizione? Che si tratti di un’azienda medio – grande o di un piccolo negozio non fa differenza: la storia scorre nelle vene della tua attività ed emergerà nei momenti più importanti. Tutto inizia dal sogno dell’imprenditore.
- La proprietà: di che tipo di impresa stiamo parlando? Una gestione familiare? Un’attività imprenditoriale più complessa? Un’associazione o cooperativa? O lavori presso un’istituzione? Ognuna di queste tipologie determina la tipologia di azione da intraprendere.
- Le dimensioni dell’ambiente: si opera a livello locale, regionale, nazionale o globale? È fondamentale per ragionare sulla preparazione al cambiamento.
- La missione: parliamo di utili, valore/prezzo, beneficenza, crescita.
- Le risorse: che persone operano al suo interno? Che attività svolgono e in che ruolo? Titolo di studio?
Modalità di gestione: troppo controllante? Basata su assunzioni e licenziamenti? Sull’acquisizione di soci?
- Livello tecnologico: quanto è digitalizzata e tecnologica l’organizzazione di cui stiamo parlando? E che peso ha il livello di tecnologie nella gestione del cambiamento?
Ignorare questi elementi, così come sottovalutarli, è rischioso e sciocco.
Ogni azienda porterà a un risultato diverso nella combinazione di questi elementi. Dunque il programma di cambiamento deve tenere presente questo presupposto per conseguire risultati di successo.
Una volta raggiunto il risultato va raccontato, comunicato, nelle modalità che ti propongo da tempo!
Non ti è ancora chiaro cosa significa comunicare ad alto impatto?
Ho le indicazioni che ti servono, basta cliccare qui!