LEGO® SERIOUS PLAY®

A partire dalla mia esperienza come formatore per aziende e manager italiani, nel Gennaio 2017 ho deciso di incrementare il mio knowhow nell’ottica di apprendere un metodo in linea con 2 dei miei valori (innovazione e passione). Ero alla ricerca di una metodologia che potesse concedere ai miei clienti di ottenere risultati in modo innovativo, nonché veloce, una metodologia i cui principi si potessero basare sulla passione nell’agire, nonché sulla capacità di inclusione e partecipazione delle persone nelle attività lavorative.
E così che oggi sono un Facilitatore qualificato della metodologia LEGO® SERIOUS PLAY®, una metodologia che offre al gruppo un modo per condividere idee, assunzioni e problemi, incoraggiare la discussione e il dialogo in ottica problem solving.
La pratica
metaforica
La pratica metaforica al centro di LEGO® SERIOUS PLAY® conduce a costruire con le proprie mani modelli tridimensionali del tema in gioco, sia esso di carattere strategico, operativo o relazionale. Fortemente basata sulle scienze dell’apprendimento, LEGO® SERIOUS PLAY® è una metodologia molto veloce, agile che impiega dalle 4-8 ore per produrre idee che normalmente servono mesi per produrre e concretizzare, è fondata sull’impiego dei mattoncini LEGO® come supporto metaforico di:
- Facilitate thinking: pensare in modo facile ovvero semplice e veloce
- Problem solvings per teams: imparare a risolvere i problemi utilizzando l’intelligenza collettiva
- Strategic decision making: imparare a sviluppare il pensiero strategico, accelerazione di processi decisionali
- Visual storytelling: imparare a raccontare quello che creiamo
- Costruire prototipi di un’idea o una visione: concretizzare le nostre idee

L’assunzione fondamentale è che le risposte ai problemi sono già dentro di noi e non c’è bisogno di chiamare un “esperto” a risolverli.

“Pensando con le mani” infatti attiviamo fino all’80% del cervello e tutti i partecipanti sono attivi ed inclusi nel gioco con l’obiettivo di comprendere il problema e trovare una soluzione. Le ricerche hanno dimostrato che il processo di creazione che poi viene discusso porta ad analisi molto più oneste e produttive. Il processo creativo e riflessivo di creare qualcosa porta il nostro cervello a funzionare in maniera diversa al fine di sbloccare nuove prospettive. Il processo è costruito tramite metodologie che studiano quali sono i migliori modi per imparare e sviluppare.
Il metodo si avvale della connessione “oculo-motoria” che permette di creare modellini tangibili di idee strategiche che risiedono nella nostra mente. L’idea alla basa del concetto “pensa con le mani” prende spunto dalle neuroscienze e dalla psicologia. Questo processo avviene grazie all’utilizzo di un “core process” suddiviso in 3 parti principali:

La sfida: in base agli obiettivi della formazione il facilitatore costituisce una serie di sfide per permettere ai partecipanti di aprirsi alla riflessione e al dialogo.

Costruzioni: in questa fase i partecipanti costruiscono risposte alle sfide precedentemente presentate assegnando un significato e una storia ai modellini dando quindi un senso alle metafore.

Sharing: i partecipanti condivido le loro storie. I partecipanti hanno l’occasione di ascoltare nuovi punti di vista. Il facilitatore effettua alcune domande strategiche sul modellino al fine di approfondire le riflessioni.
Cosa fa il
facilitatore?
ll facilitatore, come dice la parola stessa, è una persona che facilita il processo di creazione. I compiti principali sono 2:

Capire l’obiettivo aziendale e tradurlo in sfide pratiche da far costruire.

Far rispettare il processo di creazione facendo attenzione a portare le persone a connettersi, capire il contesto, guidare le persone a comunicare quello che hanno creato al fine di migliorare la comprensione e ricevere feedback e creare collegamenti tra le idee e le conoscenze di tutto il gruppo.
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