Come comunichi mentre ascolti? 3 segreti per creare intesa con il tuo interlocutore!
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Il discorso diventa racconto. Convincere con una buona storia
Il discorso e il racconto: l’elemento comune
Chi si accinge a scrivere un racconto infatti, in fase preliminare, non fa un lavoro molto diverso da chi deve scrivere un discorso, con la differenza che il racconto ha una sviluppo dettato dalla trama, il discorso ha al suo interno una serie di elementi tecnici che vanno organizzati.Il primo dramma di chi scrive un discorso e magari ha poche competenze in termini di comunicazione persuasiva – dove per persuasivo si intende la capacità di indurre chi ti ascolta all’azione – nel 90% dei casi rimane incagliato nell’incastro tra contenuto e forma.Strutturare il contenuto di un discorso è difficile sin dalla fase di scelta del materiale, perché si tratta di fare una distinzione continua tra ciò che serve e ciò che non serve, tra ciò che fa più effetto e ciò che sarebbe utile, ma annoia. Insomma, il contenuto può essere un percorso spinoso e se c’è una cosa che non puoi permetterti quando declami un discorso è che al tuo pubblico arrivi il tuo grado di difficoltà nel lavorare quell’argomento.
Convincere con buona storia
Ma che storia raccontare a un gruppo di professionisti?
Una storia che gli risolva qualcosa attraverso 4 elementi narrativi tecnicamente molto influenti:
➡️ Cosa: il contenuto di una storia non deve contenere necessariamente le cose da sostituire, meno drastico e più motivante sarebbe inserire nella storia anche le cose da migliorare per vederlo sotto una luce diversa, illuminate dalla possibilità di uno sviluppo diverso.
➡️ Come: questo è un passaggio fondamentale, è qui che si fondono il cosa e il perché. Cosa deve essere cambiato? Perché? Dalla fusione di questi due elementi emergerà la modalità in cui le persone devono agire un cambiamento.
➡️ Se: quando le persone devono cambiare qualcosa, soprattutto nel proprio metodo di lavoro, si nascondono dietro a mille alibi, molti “se”, eventuali scenari catastrofici che potrebbero solo peggiorare la situazione. Il tuo perché deve essere più forte del loro “se”, e deve essere inserito in modo impeccabile nella tua storia, senza indugi né possibilità di equivoci.
Così deve essere la tua storia qualunque sia l’obiettivo nascosto al suo interno.
Certo che vuoi saperne di più 👇
Com’è la mappa della tua storia? I 4 MUST del discorso che funziona
Perché una storia
Un discorso funziona se la tua storia ha una mappa basata su 4 MUST fondamentali.
Che si tratti di una presentazione, di un lancio promozionale, di un discorso in pubblico, quello che è ormai da anni provato è che l’efficacia dei contenuti si quadruplica se questi vengono veicolati attraverso una storia.
Una storia non significa l’aneddoto dell’infanzia, le origini dell’azienda e tutto il quadro genealogico dell’imprenditore.
🔴 Significa molto più concretamente decidere di costruire i contenuti intorno a degli elementi che ne rendano più incisivo il significato.
I 4 MUST del discorso che funziona
Il discorso che funziona non è il risultato della casualità, ma della combinazione di elementi tecnici maneggiati da professionisti competenti che sanno che costruire un discorso significa impostare un processo.
Per essere più dettagliati prenderemo ora in esame 4 elementi MUST che possono fare davvero la differenza nella costruzione di un discorso:
➡️ Il contenuto: è spesso la parte a cui i relatori dedicano più tempo, eppure la maggior parte delle volte i contenuti risultano essere pieni di elementi non attinenti agli obiettivi della presentazione o del discorso. Se lo scopo finale è quello di attivare un comportamento per promuovere un cambiamento perché fare esempi astratti? Perché non entrare nel merito della questione e fare esempi che possano essere davvero calzanti e d’esempio per chi ascolta?
➡️ Il pubblico: cosa hanno bisogno di sapere le persone a cui stai parlando? Cosa serve loro concretamente? Di sicuro non di nozioni generali, ma di spunti che possono essere calati nel contesto in cui intendono agire un cambiamento.
➡️ La storia: quale storia costruire attorno al contenuto? Come impostare la sua struttura? Attraverso il formato della storia ci si salva dal rischio di sparare informazioni a raffica. All’interno del flusso di una storia il pubblico si identifica più facilmente con gli obiettivi del discorso e ne farà propri i contenuti.
➡️ Il racconto: adesso devi decidere come questa storia sarà raccontata. Quale formato può rendere più diretto il contenuto che attraverso di essa si vuole trasmettere.
In questa fase va elaborato il modo in cui la storia verrà comunicata affinché abbia l’impatto desiderato e faccia il salto di qualità dal messaggio confuso al messaggio inequivocabile.
Non finisce qui!
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Il tuo discorso ha successo se chi ti ascolta decide
Un discorso di successo
Quando si parla di discorso di successo si trascura spesso un dettaglio importante: chi ascolta decide e non è lì solo per apprendere contenuti interessanti.
I motivi per cui una presentazione fallisce li abbiamo già analizzati, quello che conta adesso è focalizzarsi sul fatto che a fare la differenza non è solo il contenuto, neanche la forma.
Quello che rende davvero efficace un discorso viene dopo, viene quando è ora di capire le mosse di chi è in ascolto.
Bene, allora il tuo è un discorso di successo.Hai ricevuto molti applausi, ma dopo 2 mesi parli con l’HR manager dei tuoi interlocutori e scopri che il mondo è rimasto come prima?
Ecco il tuo non è stato un discorso di successo, perché, si presume che, se hai disquisito su un argomento con una platea, quest’ultima qualcosa deve fare con i tuoi contenuti, oltre al sempre nobile obiettivo di arricchire il proprio bagaglio di competenze individuali.Cosa devi sapere?
Tutto. Lo abbiamo ripetuto spesso.
Chi ti ascolta decide
E fin qui ok.
Età, ruolo, anzianità aziendale … cose che già sai.
Per quanto questi aspetti rappresentino dei pilastri sempre validi, ce ne sono altri che incidono tantissimo sulle tue reali possibilità di convincere l’interlocutore all’azione.Le domande che ti mancano, trasformeranno il tuo modo di approcciare un pubblico con un discorso:
➡️ come apprende il tuo pubblico? Qual è la cultura di apprendimento dell’organizzazione da cui provengono i suoi componenti?
➡️ cosa motiva questo uditorio ad essere qui in ascolto? Le persone sono venute per un motivo specifico? Per un interesse generale? Perché qualcuno ha ritenuto opportuno che partecipassero?
➡️ quanto conta quello che dirai per le decisioni che devono prendere? In che misura i tuoi contenuti servono per agire un’azione di cambiamento migliorativo?
Questi 3 elementi che sembrano messi così quasi a caso, costituiscono per te una grande opportunità: quella di costruire un discorso che abbia un effetto concreto, che serva a modificare comportamenti, procedure e non si riduca alla mera composizione di un buon contenuto, fondamentale sempre, ma insufficiente per gli obiettivi di un uditorio e per il successo di una performance.
Perché la tua presentazione non funziona? Scoprilo prima del tuo pubblico.
La presentazione funziona se convince
Una presentazione ha successo se convince.
Affinché una presentazione possa definirsi persuasiva è necessario che spinga le persone a mettere in atto specifici comportamenti.
Siamo ben lontani, anni luce direi, da intenti manipolativi e cose di questo tipo!
Qui ci riferiamo nello specifico alla capacità, nonché competenza, di fornire le giuste argomentazioni a supporto del tuo discorso/presentazione in modo da orientare gli interlocutori verso un obiettivo che sia vantaggioso anche per loro.
➡️ convincere: sostenere la validità di un argomento, un servizio, un progetto.
➡️ informare: fornire elementi e approfondimenti a scopo conoscitivo.
➡️ fornire un report: presentare i risultati di un progetto, una gara, un lavoro con riferimenti numerici precisi ricavati tramite fonti autorevoli e dunque attendibili.
Perché fallisce la tua presentazione?
Tutto fantastico mi dirai, peccato però che molte volte, molte più di quanto si possa immaginare, qualunque sia l’obiettivo, la presentazione fallisce miseramente perché è strutturata male.
Ebbene sì, non ci sono motivazioni fantascientifiche, succede semplicemente che la presentazione sia fatta male!
Puoi esporti anche solo al minimo rischio che si verifichi una situazione di questo tipo?
No!
No!
No!Non conta quanto sia importante ciò che hai dire, non conta lo slancio motivazionale che metti a supporto del tuo impegno.
A volte non conta neppure la reputazione splendida di anni di carriera.
Se il tuo messaggio non arriva, il pubblico non recepisce, e di conseguenza non risponde, non agisce i comportamenti richiesti e tu hai lavorato invano.Scrivi in ottimo italiano. Ok.
Accanto ai tecnicismi lasci spazio anche alle emozioni. Fantastico.
Quando ti ascolti ti fai l’applauso. Meraviglioso.Ecco la brutta notizia: il tuo interlocutore non sei tu e il tuo feedback è insufficiente.Inizia a riflettere sul modo in cui lavori alle tue presentazioni, individua tra i 3 obiettivi quello che prevale nelle tue attività.Preparati ad apprendere un metodo infallibile, perché dal prossimo post il tuo modo di strutturare le presentazioni farà un salto di qualità pazzesco.