espressioni - facciali

Cos’è quella faccia? Breve storia delle espressioni del viso.

Ho subito una domanda per te.
Quante volte qualcuno si è rivolto a te dicendo: “Cos’è quella faccia? Cosa ti è successo?“.
Si tratta di una situazione così frequente che so anche dirti cosa hai pensato: “Si vede davvero così tanto?“.
Ebbene sì: il nostro stato d’animo, molte emozioni, tante piccole sensazioni apparentemente silenziose e invisibili, sono proprio lì stampate sul nostro volto, a disposizione di chi ci osserva.
Occhio però, alcune cose valgono anche se ribaltate: se chi ti osserva può interpretare i tuoi pensieri e le tue emozioni, puoi fare lo stesso quando l’osservatore sei tu.
A quale scopo?
Non ti viene in mente proprio nessun vantaggio nel saper interpretare cosa gli altri pensano o nel saper gestire in modo efficace ciò che stai provando tu?
A proposito di questo ho molto da raccontarti nel mio prossimo evento, di cui tra poco ti darò tutte le informazioni.
Intanto però voglio parlarti di questo mondo fatto di espressioni facciali e di modi diversi, impercettibili, di comunicare, o cogliere messaggi comunicati.
Molti studi sulla Comunicazione non verbale, nello specifico sul Linguaggio del corpo, hanno rilevato che si fa risalire ai primati la capacità di comunicare attraverso le espressioni facciali, altre specie, invece, appartenenti a un livello più basso della scala evolutiva, si esprimono attraverso la postura, come ad esempio i rettili, gli anfibi o gli uccelli.
Perché i primati usano le espressioni facciali?
Perché vivono in un sistema sociale più complesso, dove la relazione tra singoli è più ricca e diversificata al livello comunicativo.
Questo piccolo “dettaglio evolutivo” fa sì che primati siano muniti di una sorta di archivio di espressioni facciali a cui ricorrere quando devono comunicare: predominanza, comando, obbedienza, gioco, cura, pericolo.
Un bagaglio di possibilità a cui ricorrere per gestire le relazioni con i propri simili nel sistema di relazioni più vicino a quello umano.
Questo è un piccolo accenno di storia evolutiva delle espressioni facciali, ma di curiosità su questo tema ce ne sono diverse.
Può darsi che ti racconterò qualche altro aneddoto prima del corso.
IL CORSO!!!
Questa volta le espressioni facciali in oggetto saranno quelle umane però!
Ti ho già anticipato che voglio renderti partecipe di un percorso che ho appena progettato e sta per uscire!
25 Febbraio
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lavoro - valori

Il futuro del lavoro: scopri quali valori coltivare

Oggi voglio parlare con te di lavoro.
Eh che novità!
Non di lavoro in generale, a dire il vero, ma di ambiente di lavoro, dove le persone esprimono se stesse attraverso le proprie competenze. 
Indubbiamente, senza ripercorrere ogni singolo avvenimento, negli ultimi anni il lavoro ha raggiunto un livello di flessibilità mai sperimentato prima d’ora.
Si può dire che le peculiarità di questa nuova “era” del lavoro siano proprio la flessibilità nelle attività e l’approccio ibrido.
Questi due elementi fanno sì che le persone possano lavorare nelle modalità più adatte per loro.
Questo nuovo scenario, in alcuni casi sempre più vicino alle esigenze di chi lavora, richiede alle aziende una presa di coscienza per affrontare, anzi abbracciare, questa veloce e importante trasformazione.
Diventa sempre più importante ed essenziale che le aziende perseguano e diffondano nuovi valori.
Sembrano così tante le novità in essere, e di fatto davvero lo sono, che anche la moltitudine di valori a cui ispirarsi rischia di raggiungere un numero elevato.
In realtà, l’importante è perseguire quelli giusti, che devono essere declinati in funzione delle nuove dinamiche del mondo del lavoro e delle esigenze dei professionisti.

I valori di un ambiente di lavoro ibrido e inclusivo

I nuovi ambienti di lavoro, come abbiamo visto, sono caratterizzati da una maggiore flessibilità, questo nuovo assetto richiede alle aziende di essere sempre più ibride e inclusive.
Nello specifico, l’inclusività è il risultato della creazione di pari condizioni di collaborazione, il che significa: uguaglianza per tutti i dipendenti  nelle possibilità di accesso e nella disponibilità di strumenti per poter lavorare in modo flessibile. 
L’altro aspetto fondamentale consiste nella creazione di un ambiente di lavoro –  sia esso fisico che virtuale – che possa ospitare queste nuove logiche.
Nello spazio virtuale ci sono ormai molteplici strumenti che consentono a colleghi distanti geograficamente di parlarsi, fare meeting, condividere esperienze.
Con lo stesso intento anche gli ambienti fisici si prestano a una flessibilità strutturale per far sì che le persone possano utilizzare lo spazio fisico dell’ufficio in modo diverso a seconda delle attività da svolgere. 
Assistiamo così alla costruzione di ambienti con pareti flessibili, removibili,  per creare spazi isolati o aprire tutto per i momenti di attività condivise.
In questa ottica di fluidità, collaborazione e inclusività diventano un binomio necessario che si alimenta da entrambe. 
 
Quando si parla di collaborazione e inclusività, nelle aziende come nella vita, la Comunicazione assume un ruolo di rilievo in ogni suo aspetto: dalla scelta delle parole alla valutazione dei contesti, dall’individuazione di un registro comune al linguaggio non verbale, espresso anche attraverso specifici segnali o soli movimenti del viso.
Io mi occupo di ognuno di questi aspetti da anni e ne ho visti di risultati!
Se anche tu vuoi incrementare i tuoi risultati devi cominciare ad arricchire il tuo bagaglio di ogni elemento utile.
Io ho già un evento da proporti: voglio renderti partecipe di un percorso che ho appena progettato e sta per uscire!
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pubblico-ascolto

Vuoi che il tuo pubblico resti in ascolto? Per te 4 preziosi segreti!

Sai qual è l’incubo peggiore di chi deve parlare in pubblico?
Sì che lo sai: vedere le facce di chi ascolta vagare nell’etere!
Dai pericoli della noia e della distrazione ti ho già messo in guardia, ma non è tutto.
Se invece di immaginare il disastro di non essere ascoltato provassi a visualizzare la gioia di un pubblico partecipe alla tua presentazione?
Vero che è tutta un’altra musica?
La Comunicazione in generale funziona così: solo se il messaggio arriva nel modo giusto il destinatario può accoglierlo contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del mittente.
Non c’è altra strada.
Quello che bisogna fare, dunque, non è mai abbracciare la fortuna e sperare che faccia sedere tra il nostro pubblico solo persone interessate, ma fare in modo che diventino interessate e partecipi proprio grazie a quello che stiamo dicendo.
Cosa fare allora?
Molte cose, a dir la verità, ma sarebbe piuttosto complicato esaurirle in un articolo.
In questo preciso istante, proprio questo, quello che puoi fare è prepararti al meglio su tutto quello che ti serve per la tua Comunicazione Efficace.
Parole, gesti, piccoli movimenti: ogni elemento fa la sua parte e influenza il risultato finale.

Quattro  segreti per un pubblico attento e partecipe

Prima di aprirti lo scenario completo voglio però lasciarti un regalo: 4 segreti per far sì che il tuo pubblico sia attento e partecipe.
👉 Brevità: cerca di andare al sodo subito e se l’argomento prevede un preambolo lungo anticipa intanto il focus del discorso!
👉Creatività: quel che hai da dire sicuramente è già stato detto, ma non come potresti dirlo tu! Ogni persona ha l’incredibile opportunità di dare il suo originale contributo alle cose, quel tocco di creatività fondamentale per differenziare il contenuto stesso o il modo per veicolarlo.
👉Empatia: usa le emozioni per arrivare al pubblico. Osserva le persone, fai domande per capire quali corde toccare e soprattutto arricchisci il tuo discorso con le tue personali emozioni!
👉Coinvolgimento: se vuoi che il tuo pubblico sia partecipe devi essere tu per primo in grado di coinvolgerlo. Interagisci, cerca feedback, chiama le persone a prendere parte a quel che si sta dicendo.
Questi 4 segreti sono solo una piccola, ma fondamentale, parte di quello che puoi fare per tenere il tuo pubblico in ascolto.
Ogni strategia di Comunicazione è davvero efficace solo che chi la adotta è stato in grado di scegliere quella soluzione tra molte.
Questo richiede che un buon oratore, o speaker, come preferisci, debba conoscere la vasta gamma di opportunità che questa immensa disciplina offre, solo così è possibile approdare alla parola giusta, alla comprensione dell’espressione facciale alle modalità più efficaci in generale.
Io mi occupo di ognuno di questi aspetti da anni e ne ho visti di risultati!
Se anche tu vuoi incrementare i tuoi risultati devi cominciare ad arricchire il tuo bagaglio di ogni elemento utile.
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comunicazione - ostacoli

Quali ostacoli può incontrare la comunicazione? Cominciamo dal più ostinato!

Hai presente quella soddisfazione infinita che si prova quando tieni molto a quello che hai da dire e i tuoi interlocutori sono all’ascolto con entusiasmo e partecipazione?
Ecco, questo scenario idilliaco nel mondo reale non va immaginato come un punto di partenza, ma di arrivo.
Non importa se il pubblico da conquistare è composto da centinaia di persone o poche: se quel messaggio arriva nel modo giusto a chi desideri il tuo obiettivo è centrato!

Gli ostacoli di una Comunicazione efficace

Come ogni processo che coinvolge più attori, anche la Comunicazione può essere concepita come un percorso di un certo contenuto da un punto di partenza a uno o più punti di destinazione.
Ogni viaggio però, per sua natura, presenta degli ostacoli: il nostro compito è individuali e sviluppare le competenze per evitarli, o, al più tardi, per superarli.
Torniamo al momento immaginativo: hai qualcosa di veramente forte da raccontare, un messaggio importante da veicolare, un progetto da presentare ma le espressioni dei tuoi interlocutori raccontano un mood meno vivace di quello che ti aspettavi?
Qualcuno sbadiglia, qualcun altro guarda il telefono, il meteo dalla finestra … e tutti sembrano concentrati in qualcosa di profondamente distante da quello che stai cercando di comunicare tu.
Cosa provi?
Già sei in grado di prevederlo: imbarazzo, frustrazione, senso di incompetenza, dispiacere.
Eppure hai lavorato tanto alla tua presentazione.
Cosa non ha funzionato?
Cosa si è impiantato tra te e quello che volevi dire?
Un qualcosa di profondamente pesante e difficile da rimuovere: la noia!
Uno dei più ostinati nemici di una comunicazione efficace è proprio lei.
Ogni mittente, è così che tecnicamente si definisce chi dà il via a un processo comunicativo, deve affrontare l’eventualità di questo pericolo e predisporre il proprio messaggio in modo accattivante considerando:
  • il contesto
  • gli interlocutori
  • il messaggio stesso
Detta così sembra facile, eppure, anche nel pieno rispetto di tutte le caratteristiche di questi tre elementi, il pericolo noia persiste.
Perché?
Perché non è strettamente legato a nessuno di questi tre elementi, bensì a tutta una serie di azioni che puoi scegliere di mettere, o non mettere, in campo in un processo comunicativo.
Quali sono?
Lo scopriremo presto!
Intanto ben venuto nel mondo della Comunicazione efficace su cui ti consiglio di non smettere mai di voler imparare.
 Vuoi sapere di più ma non sai come, dove e quando?
Intanto scrivimi per avere informazioni sui prossimi corsi o per una consulenza specifica!
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espressioni - facciali

Vuoi sapere chi hai davanti? Osserva bene il suo viso!

Hai mai pensato al vantaggio che avresti se solo fossi in grado di interpretare i segnali comunicati dalle espressioni facciali dei tuo interlocutori?
La Comunicazione è un processo a due vie: questa è una delle prime informazioni che sentirai sulla Comunicazione interpersonale.

Questa premessa introduce il concetto di mittente e destinatario, ma, considerando la molteplicità dei messaggi, degli interlocutori, dei contesti, possiamo piuttosto definire la Comunicazione come un processo a più vie che si intersecano, lungo le quali si verificano numerosi scambi.

 

L’interlocutore

Uno dei protagonisti della comunicazione è l’interlocutore, il quale accoglie il messaggio e, a partire dal momento della ricezione, attiva una serie di comportamenti dando vita a momenti di comunicazione verbale e non verbale.

Non sempre la comprensione dell’interlocutore però è immediata o di veloce interpretazione.
Può infatti capitare che si esprima a parole in un senso, o solo fino a un certo punto, e poi trasmetta con l’atteggiamento un messaggio diverso (o addirittura opposto) rispetto a quello esternato verbalmente.

Forse è capitato anche a te di ascoltare un feedback, o una semplice risposta a una tua affermazione, notando qualcosa di poco rassicurante nelle espressioni del viso del tuo interlocutore, al punto da chiedergli:

” …ma sei sicuro di quello che stai dicendo?”

“… non mi sembri convinta delle tue affermazioni”

“… ho detto qualcosa di sbagliato?”

Devi sapere che ogni piccolo movimento della bocca, degli occhi, addirittura del naso, potrà svelarti un universo di significati solo attraverso la decodifica di quei segnali.

Se ti può facilitare pensa ai segnali emessi dal volto – ma vale per il linguaggio del corpo in generale – come una proiezione dei pensieri, una manifestazione istintiva e meno controllata di ciò che davvero si pensa, e che non si può o non si vuole dire.

Ignorare questi segnali, o non saperli decifrare, spesso si traduce nella perdita di informazioni importanti che potrebbero incidere in modo significativo sull’obiettivo di Comunicazione.

C’è una sola soluzione a questa eventualità: imparare a comprendere i messaggi veicolati dall’interlocutore attraverso le espressioni facciali!

Cosa fare?

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25 FEBBRAIO 2023
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comunicazione-informale-azienda

La comunicazione informale in azienda: il discorso per le occasioni fugaci.

Nessuna azienda, o quasi, insegna ai propri manager o dipendenti a comunicare nelle situazioni informali.

Eppure queste rappresentano contesti chiave di relazioni, collaborazioni e negoziazioni.

Saper comunicare anche in ascensore o davanti alla macchinetta del caffè (senza slide o discorsi preparati) può fare la differenza e ti può regalare gran belle soddisfazioni.

La comunicazione informale in azienda

In azienda è molto probabile trovarsi in situazioni del tutto informali.
Può capitare infatti di dover condividere del tempo e dello spazio fisico con delle persone con le quali non si lavora direttamente, ma che si conoscono per reputazione o per ruoli aziendali.
Soprattutto nelle grandi aziende è possibile incrociare nei corridoi, negli ascensori, alla macchinetta del caffè, persone che si conoscono di vista, di cui si conosce il ruolo e il reparto, ma con le quali non si è mai parlato.
Cosa fare in questi casi?
Anche qui bisogna agire con criterio e metodo, perché, ricorda sempre, in azienda ogni relazione è importante e può avere un peso sul buon esito di un’attività e sulla coesione interna tra collaboratori, per questo è importante creare dei momenti di scambio anche con chi non si è mai parlato.

Cosa non fare nelle occasioni informali in azienda

Partiamo dalle azioni da non compiere.
Avere cura delle relazioni informali in azienda non deve sicuramente tradursi in una serie di procedure o atteggiamenti di circostanza, la cui scarsa credibilità, ed efficacia, non tarderebbe a manifestarsi.
Cosa non fare:
  • sorrisi finti e impostati: si riconoscono a distanza!
  • esordire con discorsi sul meteo, sull’ultima iniziativa politica, sul traffico … no!
Questi approcci denotano un interesse generico e non autentico.
Anche se una persona si conosce poco e si incontra per caso quel che sicuramente apprezza è un reale interesse, seppur momentaneo e fugace.

Come comunicare nelle situazioni informali

Alle persone fa piacere quando qualcuno si interessa a loro, in modo adeguato alle circostanze ovviamente.
Non ha senso fare domande personali o esagerare con gli elogi. 
Se una persona lavora nella tua azienda sarai sicuramente aggiornato sulle attività o sulle novità della sua area, se non lo sei informati!
Cerca di avere un quadro completo del contesto in cui lavori, anche delle aree in cui non intervieni direttamente perché hanno comunque a che fare con te attraverso le persone con cui interagisci.
Chiedi come è andato un evento, una presentazione, come vanno le cose dalle loro parti.
Se ti capita di osservare un elemento che possa farti introdurre un discorso specifico allora lanciati, altrimenti non andare mai sul personale.
 
 
Le relazioni sono importanti anche nei momenti informali, ma non bisogna forzarle.
Cosa sto cercando di dirti?
Che se non riesci a immaginare una serie di discorsi da intraprendere nel tuo lavoro in situazioni informali è meglio adoperarsi per ampliare la sfera di argomenti di cui parlare.
 
Se proprio non sai cosa dire e ti accorgi che stai virando verso l’elenco del “cosa non fare” piuttosto TACI!
 
I discorsi sono fondamentali per costruire relazioni, le parole giuste ne sono l’anima e il motore.
 
Se hai bisogno del discorso giusto in ogni occasione e delle parole giuste per essere efficace e opportuno in ogni circostanza contattami! 👇🎖️
 
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efficacia - newsletter

Vuoi aumentare l’efficacia della tua newsletter? Scopri le strategie più efficaci!

L’efficacia di una newsletter è il risultato di tutta una serie di elementi e di variabili che cambiano nel corso del tempo, in funzione del target e delle specifiche esigenze.
Tuttavia, pur essendo ogni caso a se stante e meritevole di soluzioni ad hoc, esistono delle soluzioni standardizzate che in generale favoriscono l‘attenzione su una newsletter ricevuta. 
Ognuno di noi ne riceve tante, alcune si confondono tra le altre, altre non ci interessano, altre ancora ci interessano, ma noi non lo sappiamo.
Perché?
Perché arrivano “a freddo” ovvero senza che ci sia un precedente che possa giustificare il perché quell’email sia arrivata proprio a noi. 

Tips per una newsletter efficace

 

 

Cosa fare dunque?
Intanto un focus su alcune possibili tips che hanno riscontrato un alto livello di efficacia in settori disparati e dunque in merito a servizi e prodotti piuttosto diversi tra loro.
Inizia il copia e incolla per rendere più efficace la tua newsletter! 
  • Presentati al primo invio: gestisci la tua mailing list in modo da sapere quali sono i tuoi contatti a freddo e usa una modalità comunicativa di presentazione. Chi sei? Che fai? Perché mi scrivi? Importante: sii specifico già dall’oggetto mail!
  • Cerca un punto di contatto, un elemento di interesse verso il destinatario: “So che sei alle prese con mille cose, ma credo davvero valga la pena tu legga quello che ho da dirti”, nella stessa mail può essere molto efficace ed incisivo chiedere un appuntamento telefonico.
  • Spiega quali problemi risolvi: questo è il punto focale di ogni messaggio promozionale. Come glielo spieghi? Cercando e riportando casi che hai già risolto in un settore affine o per un cliente con specifiche caratteristiche in comune. L’esempio è concretezza!
  • Comunica una lacuna che hai riscontato in una loro attività, in qualcosa che hai letto sul sito (recensioni per esempio) e parti da lì descrivendo come possa degenerare quella lacuna se non si interviene. Questa azione presuppone che tu abbia studiato e sappia cosa proporre per il suo specifico caso. 
  • Vai dritto al punto se il problema è noto: potresti essere venuto a conoscenza di uno specifico problema dell’azienda, magari da un post su linkedin o da una notizia letta da una fonte attendibile. Sai che che puoi risolvere quel problema. In questo caso non ti resta che essere diretto e superare subito tutte le possibili titubanze di una mail a freddo offrendo soluzione ad un problema che sai essere già in corso. 
  • Offri una soluzione gratuitamente e chiedi se l’azienda è interessata a una consulenza. Qui l’esempio può spiegare meglio: scrivi ad un’azienda che leggendo il loro sito hai riscontrato delle aree di miglioramento. Allora gli invii un ebook contenente 5 preziose tips, o comunque soluzioni, chiedendo un incontro virtuale per parlare di come proseguire! 
Bene!
Annota queste buone prassi!
Abbi cura delle tue competenze comunicative per promuovere i tuoi servizi o prodotti!
Parti da qui, ma se vuoi andare avanti … contattami!!
linguaggio - consapevole

Uso consapevole del linguaggio: quanto incide in azienda?

L’attenzione al linguaggio consapevole è un tema sempre più presente, non solo in ambito professionale. Si tratta infatti di una maggiore cura del linguaggio nel rispetto di tutti i possibili interlocutori coinvolti, estendendo sempre di più gli ambiti e i contesti.

Linguaggio consapevole e inclusività in azienda

Linguaggio e inclusività sono oggi più che mai al centro di un acceso dibattito relativo alla denominazione di alcune professioni nel passaggio dal maschile al femminile.
Si discute dunque sulla correttezza o meno nell’usare espressioni come “avvocata”, “sindaca”, “presidentessa”.
Non si fermano qui però le argomentazioni dei sostenitori del linguaggio inclusivo.
Si sente citare spesso lo schwa per conferire maggiore neutralità alle desinenze di aggettivi e sostantivi ed evitare il cosiddetto “maschile sovra esteso” ovvero l’utilizzo del maschile che ingloba anche il femminile come suggerito dalla nostra grammatica. 
 
 
L’inclusività non riguarda solo la questione di genere ma mira alla costruzione di una cultura che non escluda nessuna persona quando si parla. Molto spesso, nell’uso comune del linguaggio, ad esempio, si offendono involontariamente i portatori di handicap o persone con caratteristiche per le quali possono essere escluse in certi contesti.
 
Quante volte hai sentito la frase “su questa cosa sono handicappato” oppure “è in gamba, nonostante la sua età”. 
Ecco, quelle che possono sembrare affermazioni banali, possono contenere allusioni o riferimenti a delle categorie specifiche di persone. 
Anche questi utilizzi richiedono maggiore attenzione, o più nello specifico, una maggiore consapevolezza
 
 

Il linguaggio consapevole in azienda

 
 
Gli automatismi spesso  ci inducono a non riflettere in ogni momento su alcune espressioni che siamo soliti utilizzare, ma, poiché noi siamo per il #semprelaparolagiusta, è bene sapere che per evitare di farci condizionare da stereotipi e categorie basta allenarsi ad uno uso più consapevole del linguaggio in azienda e non solo.
La prima cosa di cui tener conto è l‘attenzione all’altro: stiamo riferendoci al nostro interlocutore in modo corretto?
Stiamo inutilmente facendo riferimento a sue caratteristiche che non aggiungono alcun valore al discorso?
In tal caso è bene tagliare l’inutile e andare dritto al cuore della conversazione e alla condivisione di ciò che abbiamo da dire.
Un secondo importante passaggio è misurare l’effetto delle nostre parole sugli altri
Può sembrare un dato di carattere numerico invece è molto più attento all’emotività di quanto non appaia. 
Come reagiscono di solito le persone alle tue parole? 
Hai notato una costante? 
Si mettono sulla difensiva? Fanno uno sguardo divertito? 
Ti sembra che si sentano a proprio agio?
 
Queste domande sono il primo vero passo verso l’acquisizione di un linguaggio consapevole.
 
Quante cose da fare perché la tua Comunicazione sia impattante!
 
Ti stai chiedendo da dove cominciare?
 
Ecco ci siamo quasi 👇
4-5-6 novembre 2022
come - porgere - scuse - da- remoto -

Porgere le scuse da remoto? Scopri come farlo efficacemente!

La Comunicazione da remoto è l’abilità della nostra epoca.
Tutte le competenze relazionali del mondo professionale sono state declinate nella modalità “a distanza”.
Questo non significa che siano meno efficaci.
Una cosa importante di cui tener conto è che da remoto manca quella fetta di Linguaggio del corpo che incide molto all’interno di un flusso di Comunicazione.
 
Questo ha una conseguenza immediata: quello che manca deve essere compensato da altro.
 
Vediamo dunque come porgere efficacemente le scuse da remoto
 
 

Le scuse da remoto: in che forma?

 
Se si decide di scegliere la forma scritta per porgere le scuse per un errore professionale, allora è bene scegliere il canale giusto.
La chat può essere eccessivamente informale, ma se c’è in ballo qualcosa di importante, o grave, una mail formale è senza dubbio la modalità più efficace.
Se con la persona a cui devi chiedere scusa hai un rapporto di amicizia, è bene che a quella mail segua una telefonata, ma la mail resta importante.
 
 

Chiarezza assoluta nelle scuse da remoto 

 
Un altro aspetto fondamentale da remoto è che ci si esprima con assoluta chiarezza. Quando si scrive, ma anche quando si parla al telefono, si perdono le espressioni interrogative o dubbiose del volto dell’interlocutore, quindi è bene non lasciare spazio ad alcun tipo di dubbio. 
Cerca di essere ancora più chiaro ed esplicito nelle scuse scritte, anche se sembrano eccessive.
Ricorda che quando comunichi per iscritto perdi molte indicazioni importanti.
 
 

Essere se stessi

 
Sii te stesso!
Le scuse scritte tendono ad essere più formali rispetto a quelle fatte di persona o in video. Ma questo non vuol dire che devi diventare un testo scritto o robotico!
Le migliori scuse sono comunque quelle che arrivano dalla persona, non da un modello o da un team di PR.Le scuse, per quanto professionali o formali, devo essere veicolate da una voce autentica.

 

 

Cosa succede dopo le scuse?

 

Le scuse sono essenziali per trasformare gli errori in un lavoro migliore e in relazioni più forti, ma sono solo il primo passo!

Le ricerche hanno rilevato che, da sole, le scuse non servono a molto. Se non sono seguite da azioni concrete, anche le scuse più professionali sono inutili. Possono addirittura essere dannose, in quanto erodono la fiducia nelle tue parole e ti fanno sembrare poco sincero!

Quindi nella richiesta di scuse è necessario inserire l’impegno all’azione!

Come porrai riparo al tuo errore?
Spiegalo al tuo interlocutore in modo concreto!
 
Sei pronto per imparare tutto questo ed essere impeccabile anche nei momenti di difficoltà?

Impara a gestire il tuo discorso anche quando il suo contenuto può metterti in difficoltà … anzi, direi, impara a comunicare nel modo più efficace soprattutto quando sei in difficolta!
 
Cosa fare 👇
4-5-6 novembre 2022
chiedere - scusa - al - lavoro

Chiedere scusa in modo efficace.

Saper chiedere scusa dovrebbe essere considerata una competenza ancor prima che una  virtù. 
Questo aspetto è fondamentale perché essere in grado di comunicare le scuse richiede abilità comunicative non da poco.
 
 
Le scuse sono il frutto di una Comunicazione sana che si basa su 3 presupposti:
  • il riconoscimento di un errore commesso;
  • il dispiacere verso le persone su cui l’errore è ricaduto;
  • la volontà di porre riparo al danno, con il nobile obiettivo di costruire relazioni solide.

Chiedere scusa in modo professionale

Le scuse sono un atto di volontà sicuramente, ma sono anche il risultato di una importante competenza nell’ambito della Comunicazione, perché scusarsi non è affatto facile come potrebbe sembrare. 
Tanto per cominciare abbiamo stabilito che le scuse in questione debbano essere richieste in ambito professionale, presumibilmente a seguito di un errore.
 
 
Come in tutti i processi comunicativi, anche in questo caso il contesto fa la differenza, per questo motivo non parliamo semplicemente di scuse, ma di “scuse professionali“.
 
Nel 2016 due studi psicologici hanno fatto emergere ben 6 modi efficaci per chiedere scusa in ambito professionale.
Vediamoli.
  • Le scuse devono esprimere rammarico: deve essere comunicato sia in modo verbale, sia in modo non verbale, il dispiacere che si prova per l’errore commesso.

 

  • Bisogna spiegare come si è verificato l’errore. Questo aspetto è molto importante perché denota la volontà di valutare gli eventi in modo oggettivo, ripercorrendone le dinamiche.

 

  • Bisogna assumersi la responsabilità degli errori commessi. Quindi riconoscere le proprie colpe e fare il possibile per trovare una soluzione.

 

  • Nella comunicazione delle scuse è importante esprimersi in modo chiaro in modo che non possano in alcun modo verificarsi equivoci.
  • Proporre concretamente una nuova linea di azioni: dopo l’errore è importante proporre ai colleghi o al team leader delle azioni concrete per risolvere l’errore, è importante avere la loro approvazione. 
  • Chiedere perdono: la richiesta di scuse deve essere poi accompagnata da una richiesta esplicita di perdono. Solo questo gesto può concludere in modo costruttivo il ciclo di azioni della richiesta di scuse.

 

Questo schema può rappresentare una traccia molto valida per il tuo discorso di scuse, è chiaro però che la capacità di usare le parole giuste, nel modo e nel momento giusto rientra in un bagaglio di competenze più ampio.
Cosa, cosa?
Vuoi sapere cosa mettere nel tuo bagaglio?
Ecco cosa fare 👇
4-5-6 novembre 2022