Vuoi misurare un successo? Valuta gli indicatori di potenziale.
Hai conseguito un successo in passato? Fai in modo che si ripeta in futuro.
Talenti, competenze, azioni: cosa valuti in un candidato?
Talenti, competenze e azioni sono sicuramente le 3 più importanti variabili da considerare per costruire il profilo di una figura professionale.
Nella lettura generale delle skill spesso i singoli dati vengono valutati in funzione del ruolo da svolgere e valutati singolarmente senza un contesto, uno storico che possa raccontarci qualcosa in più, qualcosa che nel tempo potrebbe emergere sorprendendoti positivamente o negativamente sulle caratteristiche della persona
🔴 La valutazione di una figura professionale del tuo team – o di un team di cui ti è stata affidata la valutazione o la formazione – deve fondarsi quanto più possibile su una lettura scientifica che prenda in esame specifici parametri.
Le prime 4 variabili da prendere in esame:
➡️ Precedenti: raccolta dei dati standard in merito alle esperienze precedenti del profilo. Cosa emerge di rilevante che può farci intravedere qualcosa sul suo potenziale?
➡️ Predittori Potenziali: uhhh che paroloni tecnici difficili. Qui abbiamo a che fare con indici che ci fanno presagire se ha o meno il potenziale per misurarsi con un eventuale upgrade rispetto al ruolo precedente. Dove vanno ricercati questi indici: nella gestione dell’imprevisto, ad esempio, o nella declinazione del problem solving.
➡️ Aspirazioni personali: qui devi confrontarti con i suoi interessi, con quello che predilige e con quello che meglio gli riesce. Occhio che le due cose non sempre coincidono.
➡️ Maturazione: qui viene preso in esame e al dettaglio ogni singolo indicatore in grado di fornirci informazioni sul grado di maturità del profilo in prospettiva di eventuali promozioni, la valutazione di questi indicatori ti illuminerà anche nella definizione del livello superiore a cui assegnarlo. Atteggiamenti, gestione di dinamiche relazionali, identificazione con i valori dell’organizzazione. Questi gli elementi chiave da non perdere mai di vista!
Mi fermo qui per ora.
I segreti fondamentali per condurre le persone al successo
🔴 Che tu sia un coach, un team leader, un motivatore: il tuo compito è quello di prendere una persona, pianificare un intervento personalizzato in funzione di punti di partenza e obiettivi, e portarla il più speditamente possibile verso il successo che desidera.Se questo non succede vuol dire che il tuo intervento non ha avuto buon esito, non sei stato efficace, il tuo compito verrà affidato a chi saprà svolgerlo meglio di te.
Tra le metafore più acclamate della letteratura, ma anche della vita comune, c’è il viaggio.
È facile adottare il viaggio per raccontare praticamente qualsiasi cosa.
Questo è possibile perché il viaggio contempla 3 grandi punti cardini: un punto di partenza, un percorso intermedio, una meta desiderata. Sono gli ingredienti di ogni storia.Il viaggio di chi si rivolge a te per sua natura sarà sicuramente diverso dal viaggio di un altro, perché quello che mescola le carte e diversifica tutto sta proprio nel contenuto dei 3 grandi punti cardine.
Quando qualcuno si rivolge a te singolarmente o come componente di un gruppo ti chiede soluzioni e strumenti. Quanto più impegnativo sarà il suo progetto, tanto più competente devi essere tu che gli illustri il percorso.
Su cosa devi illuminarlo?
Bene partiamo.
🔴 Sulla destinazione: devi essere in grado di fargli visualizzare il punto di arrivo, o uno dei punti di arrivo. E soprattutto devi essere in grado di raccontarglielo come un posto migliore rispetto al punto di partenza, perché questo deve essere nella realtà, altrimenti restava fermo.
🔴 Sul percorso. Devi mettere la persona nella condizione di comprendere gli step necessari altrimenti non riesce a seguirti. Descrivi bene l’itinerario, illustra una previsione dei possibili imprevisti con tanto di piano di emergenza qualora dovessero verificarsi realmente.
No.
Condividi le tue strategie e osservazioni su questo tema e se hai domande ti risponderò 😊
Trasformare il talento in performance: come l’aspettativa genera realtà
Che tu sia un imprenditore, un team leader, un professionista, la scelta dei tuoi collaboratori ricadrà in primo luogo sui tuoi affari, perché dal loro lavoro dipendono anche i tuoi risultati, per non parlare della tua reputazione e presenza sul mercato.Un talento non è scienza infusa, ma un punto di partenza, la famosa pianta che se non viene annaffiata con regolarità, con la giusta esposizione alla luce e in funzione delle sue caratteristiche biologiche, muore.
Qui le funzioni biologiche ci interessano meno, qui parliamo di persone di cui bisogna prendere in considerazione:
- Caratteristiche personali
- Caratteristiche intellettuali
- Ambizioni
- Livello di professionalità e preparazione
Chi se ne deve occupare?
Tu.
E se deleghi?
Devi occuparti in primo luogo del delegato!
🔴 La tua azienda, il tuo team, il tuo progetto, fanno parte di quel bagaglio di cose a cui tieni, di cui hai la responsabilità sia in termini di protezione che di crescita.
Se non te ne occupi, se non ti occupi di chi se ne occupa, se sottovaluti e vai per approssimazione, la tua pianta muore e il suo mercato con essa.👎
🔴 L’obiettivo di oggi è focalizzarsi su come trasformare l’aspettativa di crescita di un collaboratore in realtà.
Domanda
Credi nei tuoi collaboratori?
Le persone che ogni giorno seguono un progetto per te godono pienamente della tua fiducia e della tua stima?Notizia: se non credi abbastanza in una persona ne limiti le potenzialità
9 volte su 10 le persone lavorano male perché non credono in se stesse.
Questa consapevolezza fa sì che siano perennemente all’altezza delle aspettative, il più delle volte le superano a dire il vero.
Tu hai un ruolo importante in questo processo,per questo è necessario credere nei propri collaboratori, a meno che non ci sia accorga di aver fatto una scelta sbagliata, ma questo è un discorso di altro tipo.🔴 Ciò in cui si crede conta molto, solo così l’aspettativa genera realtà, perché contempla un passaggio intermedio, la credenza.
Comunica il tuo brand per attrarre professionisti di valore
È luogo comune – e grosso errore – pensare che le risorse presenti in un’azienda siano frutto di una scelta unidirezionale: un recruiter seleziona, la risorsa fa il colloquio e poi si decide l’esito.Il processo letto in questo modo modo è pericolosamente incompleto, manca una fase importante, quella che fa sì che il recruiter non si ritrovi a valutare le competenze di uno/a che vuole soltanto trovare un lavoro.
Hai già imparato quanto sia pericoloso avere nel team che gestisci un professionista che svolge mal volentieri le attività di sua responsabilità.Ora è il momento di chiedersi quale sia il processo alla radice, ovvero come fare in modo che chi si candida per una posizione nella tua azienda si trovi proprio dove si vuole trovare, perché diversamente da così difficilmente ne verrà fuori un capolavoro.
Come evitare che questo accada?
🔴 Comunicando molto chiaramente il tuo brand sui canali a cui possibili candidati si rivolgono per cercare lavoro.
Tu e il tuo team avete ben chiare le parole chiave della vostra attività?
Sapete chi sono i vostri interlocutori? 🧐
E soprattutto siete consapevoli della percezione che il pubblico/il mercato ha di voi?
La prima conseguenza di una cattiva comunicazione è quella di non descrivere le caratteristiche dell’azienda in tutte le sue sfumature e possibilità di sviluppo.
Ci sono alcune domande da porsi per iniziare:- Come sono raccontati i momenti migliori e i casi di successo della tua organizzazione?
– Qual è l’immagine pubblica della tua organizzazione?Fai un esercizio di immedesimazione adesso: poniti queste domande come imprenditore ma datti delle risposte come possibile candidato.👍
Senti che il tuo potenziale può esprimersi e contribuire alla crescita della realtà di cui stai leggendo vision, storia, modalità di interazione?Che voto dai a te stesso alla fine di questo esercizio?
Parliamo nei commenti al post sui social!
Gli 8 segreti di Dean Spitzer per il successo del tuo business
8 segreti per aumentare il tuo business, 8 ambizioni motivanti che Dean Spitzer ha elaborato affinché il tuo team trasformi un progetto in un successo certo.
Nel post della scorsa settimana (che ti invito a leggere immediatamente) ti ho elencato le prime 4 ambizioni motivanti, oggi entriamo nel merito delle successive 4 per avere 8 segreti infallibili e fondamentali per far sì che i tuoi collaboratori lavorino con motivazione ed efficacia.
Dopo potere, riconoscimento, competenza, significato, abbiamo a seguire:
🔴 Attività: in questo ambito possiamo rintracciare i collaboratori che sono motivati dalla varietà del lavoro e dall’interesse per le attività che svolgono.
🔴 Realizzazione: qui possiamo facilmente collocare quei membri del team che sentono il bisogno di essere messi alla prova con obiettivi concreti da conseguire.Fin qui tutto perfetto.
Sai quindi come motivarli?
Non è affatto detto che tu abbia l’opportunità di conoscerli così a fondo, allora ecco un utile esercizio da mettere in atto per ottenere le informazioni che ti servono per aumentare le performance del tuo team.👍
Coinvolgi i tuoi collaboratori in questo processo di ricerca:
- Step 1: chiedi loro di annotare le 10 cose che realmente li entusiasmano e li motivano.
- Step 2: chiedi di associare le loro 10 cose alle categorie create da Spitzer
- Step 3: chiedi di selezionare i desideri che compaiono più spesso, aggiungendo anche le motivazioni più importanti a sostegno di questi desideri.
- Step 4: chiedi loro di indicare i motivi per cui l’attuale lavoro li soddisfa oppure cosa cambierebbero per aumentare la loro motivazione.
Questo processo parte da te!
Scopri le 8 ambizioni motivanti per aumentare le performance dei tuoi collaboratori.
Le performance dei tuoi collaboratori condizionano inevitabilmente l’andamento del tuo business, in sostanza possiamo affermare che il tuo business è direttamente proporzionale alle performance delle risorse della tua azienda, a prescindere dalle dimensioni.
Prima di fare una drammatica previsione dei danni inestimabili che può causare un collaboratore che non lavora bene, partiamo da un altro presupposto: i tuoi collaboratori sono legati a te da un doppio filo.
Da una parte ciò che vi lega è sicuramente un filo di natura umana: sono le persone che hai scelto, che stimi, che per te hanno un valore umano a prescindere.
Dall’altra c’è un filo legato al tuo business: dal loro lavoro dipende il successo della tua azienda, i profitti.
🔴 Ogni imprenditore o manager sa bene che il livello di soddisfazione di un collaboratore è una variabile tanto preziosa quanto delicata.
A prescindere dallo specifico incarico assegnato, dalle mansioni di cui è responsabile, ogni individuo ha delle leve motivazionali assolutamente soggettive. 🧐
Dean Spitzer – una delle principali autorità mondiali in materia di misurazione delle prestazioni, gestione delle prestazioni e sistemi di motivazione organizzativa – ha individuato 8 ambizioni motivanti, che a seconda delle aspirazioni personali, costituiscono delle leve motivazionali estremamente potenti.
Vediamole:
- Potere: in questa sfera risiedono le ambizioni legati al controllo, allo status e alla possibilità di fare carriera.
- Riconoscimento: siamo nella sfera delle referenze esterne. Qui troviamo il bisogno di essere lodati o di essere guidati in caso di bisogno.
- Competenza: le persone che fanno leva sulla competenza amano imparare dagli errori e sviluppare i propri punti di forza.
- Significato: l’ambizione prevalente qui è quella di dare un contributo significativo al team avendo un ruolo centrale, traendo dal lavoro un senso di valore personale.
Vuoi conoscere le altre 4?
Come trasformare le battute d’arresto in leve per il successo
Le battute d’arresto sono toste, ma se si vuole sopravvivere è necessario trasformarle in leve per il successo.
Il primo passo da compiere è nel modo in cui te la racconti. Secondo lo psicologo e saggista statunitense Martin Seligman è fondamentale il modo in cui spieghiamo a noi stessi le nostre battute d’arresto.
Il suo punto di osservazione si focalizza sull’equilibrio tra ottimismo e pessimismo, è di questi due valori che bisogna studiare il processo, prima ancora di parlare di resilienza. Il livello di ottimismo o pessimismo che si mette in campo durante le battute d’arresto va misurato all’interno di specifiche variabili:
Permanenza: le persone ottimiste – che sono poi quelle che sviluppano più resilienza – tendono a considerare gli effetti negativi temporanei piuttosto che permanenti. Sono quelle che dicono “non ti è piaciuto il lavoro che ho svolto su quel progetto” piuttosto che fare la tragedia e dire “non apprezzi mai il mio lavoro”.
Pervasività: le persone resilienti che si impegnano per far prevalere l’ottimismo non permettono alle battute d’arresto di influenzare negativamente tutte le altre aree della propria vita. Sono quelle che dicono “non sono riuscito in questa cosa” anziché dire “non sono in grado di fare nulla”.
Personalizzazione: il resiliente non cerca colpevoli esterni o cause metafisiche. Ragiona sul concreto e si interroga sui passi compiuti. Si chiede “come posso far meglio” e non “a chi posso dare la colpa?”
Questi tre processi contribuiscono in modo preponderante alla profilazione del resiliente.
Ad arricchire lo scenario possono intervenire anche altri fattori che ci aiutano a conoscere meglio il profilo del resiliente.
- La positività nel futuro: immagina il domani con positività.
- La concretezza degli obiettivi: ha obiettivi solidi, misurabili, e un grande desiderio di raggiungerli.
- Empatia: è empatico, pur senza perdersi troppo nel chiedersi cosa gli altri pensino di lui. Mantiene relazioni sane senza farsi condizionare troppo dagli altri.
- Assenza di vittimismo: non si atteggia a vittima, e concentra piuttosto tempo e risorse sulle cose su attività costruttive.
La battuta d’arresto è una parte inevitabile della vita.Si sbaglia, si cade con la faccia a terra.Ma ci si deve rialzare, da qualunque profondità. L’unico modo per rialzarsi è sviluppare processi di pensiero che generino resilienza e ricominciare a costruire.